Mercoledì 8 febbraio, dopo il Festival, a Casa Sanremo arriva lo showcase di Marianne Mirage.
Nata a Cesena, Marianne Mirage fin da giovanissima si avvicina al mondo dell’arte, poi scopre un’intensa passione per la musica, in particolare per le atmosfere black, soul e per le grandi voci del jazz internazionale. È in gara al 67esimo Festival nella categoria “Giovani” con “Le canzoni fanno male”, un brano – scritto da Francesco Bianconi (Baustelle) e Kaballà – che è una grintosa ballad soul con un gran ritornello ritmato che enfatizza l’espressività dell’artista. Si racconta l’amore con uno sguardo obliquo e disincantato, un’assoluta novità per il repertorio sanremese, “troppe rime cuore, amore che non sono neanche divertenti“.
Il titolo coraggioso dell’EP “Le canzoni fanno male” suona come una dichiarazione d’amore. Dentro racchiude il sentimento legato a quelle canzoni che portiamo nel cuore, che non si riescono più nemmeno ad ascoltare con leggerezza, tanto forte è il loro effetto su di noi.
Quando è arrivata la convocazione per il Festival di Sanremo Marianne era nel bel mezzo della produzione dei brani che avrebbero dovuto comporre il suo nuovo album, il successore di “Quelli come me” (uscito nel 2016 per Sugar), che l’ha portata ad una grande crescita live con concerti in Italia e in tante città estere (Berlino, Parigi, Tokyo che hanno fatto da sfondo ad alcuni dei suoi videclip).
Le sonorità della musica jazz-soul e pop sono il trait d’union del nuovo lavoro “Le canzoni fanno male” che mixa felicemente una scrittura e un canto blues/soul con una produzione che guarda alle tendenze più attuali del “pop”, ad artisti come Alicia Keys e Saint Vincent, Erykah Badu, Selah Sue, che negli ultimi anni si sono imposti all’attenzione internazionale.
Laureata in Lettere e Filosofia, e diplomata in recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano, Marianne nel 2015 viene scelta da Microsoft come artista per presentare il nuovo prodotto Surface, un’applicazione innovativa in cui lei suona la chitarra da un dispositivo tecnologico.