Manca pochissimo all’appuntamento con Musica contro le mafie a Casa Sanremo che, anche quest’anno, premierà i vincitori del contest sul palco dell’hospitality del Festival.
L’associazione, grazie all’impegno degli artisti coinvolti, sostiene ed è a sua volta sostenuta da Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) e vede questo progetto giungere ormai alla nona edizione, continuando a unire, sotto la bandiera della legalità, le voci di tanti artisti italiani.
Tante le novità di quest’edizione, mentre già fervono i preparativi per la decima candelina di Musica contro le mafie, come ci racconta in quest’intervista, il Presidente e Direttore Artistico, Gennaro De Rosa:
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[su_row][su_column size=”1/3″][/su_column] [su_column size=”2/3″]– Musica contro le Mafie sceglie di nuovo Casa Sanremo per premiare i suoi vincitori: per quest’edizione, quale sarà il messaggio che più vi preme lanciare dall’hospitality del Festival?
Per noi è sempre un piacere tornare a Casa Sanremo: ci piace l’atmosfera che si respira, ci piacciono le persone che la realizzano ed è ormai un appuntamento imprescindibile del nostro percorso. Lo scorso anno abbiamo fatto una riflessione su come la musica può avere un potere incredibile nella diffusione di Buone Prassi. Lo abbiamo fatto in questo contesto che mette insieme due cose: i premi ai brani vincitori e le parole con la loro importanza, non a caso la cerimonia di premiazione abbiamo deciso di intitolarla “Words& Awards”.
Quest’anno proseguiamo sulle parole e sulla restituzione del loro significato reale che spesso viene rubato e stravolto. Ci piacerebbe riflettere con i giovani autori su ciò che scrivono, dicono e cantano e di quanto questo influisce sulla costruzione di una coscienza civile nel nostro paese. Renderli consapevoli della responsabilità che hanno quando poggiano una penna su un foglio e avvicinano la bocca ad un microfono.
– La nona edizione del Premio ha visto assegnare il Premio Winner Tour a GERO per la canzone “Svuoto il bicchiere” che, cito testualmente “ricostruisce una storia di Vita, la figura di un papà supereroe visto dagli occhi innamorati di sua figlia“, questo papà è Paolo Borsellino: di quanti Borsellino avremmo bisogno oggi e quante invece sono le persone che, ogni giorno, rischiano la loro vita nella lotta alle mafie?
Dobbiamo continuare a ricordare i nostri martiri e i nostri eroi, sempre…la memoria delle vittime innocenti di mafia è la radice sulla quale costruire il nostro impegno quotidiano.Devono continuare ad essere i nostri punti di riferimento. Le vittime di mafia sono persone che svolgevano il loro dovere che è quello che tutti noi dovremmo fare giorno per giorno nel nostro quotidiano. Solo così, da cittadini responsabili e attivi, riusciremo a prendere coscienza e costruire un paese che non avrà più bisogno di eroi.
Quest’anno ci sarà con noi un amico speciale, un imprenditore di Lamezia Terme che ha deciso, anni fa, di dire “NO” a chi gli chiedeva di pagare. Consegnerà uno dei premi Rocco Mangiardi, un testimone di giustizia che vive sotto tutela, e che ci ricorderà che il giorno più bello della sua vita è stato quando ha deciso di denunciare. Rocco lavora nella sua città, non è scappato via, ama la musica, è un poeta, un padre e un cittadino… tutti noi dobbiamo e possiamo essere come lui.
– A Casa Sanremo, quest’anno, porterete anche un libro, “Change Your Step“: come nasce questo progetto e, soprattutto, come si è evoluto?
Per me è un’occasione importante quella di poter presentare questo nuovo volume di “Musica contro le mafie” qui da voi. “Change Your Step, 100 Artisti. Le parole del Cambiamento” è il titolo del libro. Tra gli artisti che hanno dato il loro contributo ce ne sono tre che quest’anno calcheranno il palco dell’Ariston e sono The Zen Circus, Ghemon e gli Ex-Otago che abbiamo anche premiato a dicembre per il loro brano “i Giovani d’oggi”. Avremo con noi un’ospite d’eccezione che è Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti: uno dei più importanti narratori dei mali italiani, proprio partendo da una pietra miliare di quella che può essere definita come la “musica contro le mafie”: Signor Tenente.
Il libro nasce da una ricerca antologica che ho avviato con dei giovanissimi studenti sulle discografie degli artisti italiani. Abbiamo raccolto centinaia di brani e poi abbiamo iniziato a contattare i vari artisti. È stato un lavoro lungo, certosino, di grande pazienza. Abbiamo chiesto loro 3 parole “chiave del cambiamento” e un videomessaggio diretto ai lettori; il libro ha contenuti testuali e contenuti accessibili solo attraverso uno smartphone. Crediamo fortemente che la crossmedialità possa essere una delle vie più efficaci per entrare in relazione con le nuove generazioni.
– Anche se non si è ancora ufficialmente “conclusa” la nona edizione, visto che la premiazione avverrà solo tra qualche giorno, possiamo chiedere se avete già (e siamo sicuri che è così) importanti progetti in cantiere per la decima candelina?
Come puoi immaginare, stiamo pensando alla decima edizione già da un po’. Ci sono tante idee che stiamo sviluppando e vogliamo che sia un’edizione speciale. Arrivare a questa tappa con ancora tanta energia e voglia di fare è una cosa che forse non mi aspettavo. Siamo cresciuti ogni anno in maniera esponenziale,e questo ci porta a fare un’importante considerazione sul fatto che la musica “politica” (nel senso più bello, ampio e reale di questo termine) ha ancora tanto da dire, forse mai come in questo momento storico. Ci piacerebbe mettere insieme tante realtà che operano in questo senso nel panorama musicale italiano, offrire ancora più possibilità e opportunità agli artisti che decidono di scrivere brani che diffondono “buone idee e buone prassi”. La musica è armonia, coesistenza di suoni differenti che messi insieme funzionano e creano panorami sonori efficaci. La società civile dovrebbe ispirarsi profondamente alla capacità della musica di far coesistere e costruire sulle differenze e le diversità.
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