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Piera Carlomagno – Nero Lucano | Casa Sanremo Writers

L’autrice e giornalista Piera Carlomagno intervistata per Casa Sanremo Writers 2022

 

La scrittrice e giornalista Piera Carlomagno è tra gli autori che presenteranno la propria opera a Casa Sanremo Writers per l’edizione 2022. Già redattrice presso il Mattino di Napoli, attualmente dirige il SalerNoir Festival – le notti di Barliario e cura la comunicazione per alcuni Enti.

Quest’anno porterà sul palco di Casa Sanremo il romanzo “Nero lucano“, edito da Solferino: un’opera che le è valsa il Premio Garfagnana in Giallo – Selezione Giuria e il Premio Nabokov Noir. Inoltre, nel 2015 l’autrice ha vinto il concorso letterario di Casa Sanremo Writers con l’opera “L’anello debole”, secondo capitolo di una fortunata trilogia.

Per questo, ha deciso di tornare a parlarci di libri per far conoscere meglio ai lettori “Nero lucano” e la profonda Basilicata in cui si muove la protagonista ideata dalla sua penna, una delle donne del Sud.

Vi presentiamo, quindi, l’autrice con questa breve intervista, in attesa d’incontrarla nella settimana del Festival.

 

Presentati: parlaci di te e dell’opera che presenterai a Casa Sanremo Writers.

Sono giornalista professionista, sono stata redattrice al Mattino di Napoli e curo la comunicazione per alcuni Enti; dirigo il SalerNoir Festival le notti di Barliario, che quest’estate giungerà all’VIII edizione. Sono laureata in cinese, e ho tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian. Il romanzo che presento è “Nero lucano“, edito da Solferino, uscito il 6 maggio scorso, con cui ho vinto il Premio Garfagnana in Giallo Selezione Giuria e il Premio Nabokov Noir. Si tratta di un noir ambientato nella Basilicata profonda, dalla procura di Matera ai pozzi petroliferi della val d’Agri. La figura d’investigatrice è un medico legale con fama di strega, perché ha una nonna lamentatrice funebre e una consuetudine con la morte che va oltre le autopsie. È un modo per parlare di Sud e magia, religione e anelito alla modernità, dai Sassi di Matera ormai conosciuti nel mondo e dalla battaglia per l’ambiente contro il petrolio e le pale eoliche che ammazzano i campi, ai paesini arcaici e ancora fermi a quando Carlo Levi li ha lasciati.

Il Sud e le sue donne, la ribellione alla prevaricazione e all’ignoranza, la modernizzazione di una società che appare immobile, e una terra bellissima e dura, che si mostra per passione e si nasconde per diffidenza, avvolgono una fitta trama gialla i cui personaggi, in qualche caso, devono ben rappresentare la paralisi, in altri escono dagli stereotipi in maniera violenta e destabilizzante. È la mia visione della Basilicata, incarnata nel romanzo dalla protagonista, l’anatomopatologa forense Viola Guarino, specialista della scena del crimine, ma nipote di cumma’ Menghina – Mariarìt per i materani – la lamentatrice funebre più famosa e meglio pagata della regione. Il rapporto tra la morte fisica e quella spirituale, accompagna e determina la qualità delle indagini che Viola conduce al fianco del sostituto procuratore della Repubblica di Matera Loris Ferrara, perché, se la prova è sempre scientifica, è il movente che deve essere ben chiarito attraverso la storia della vita delle vittime.

 

Come prende l’avvio il tuo percorso letterario?

Sono stata cronista di giudiziaria per molti anni, e i meccanismi dell’indagine mi hanno appassionata. Così mi sono ispirata a un fatto di cronaca per scrivere il mio primo giallo, che è stato finalista al famoso Premio Tedeschi che sceglie il miglior romanzo giallo inedito dell’anno. Ho cominciato così, pubblicandolo l’anno successivo, nel 2012. È nata quindi la trilogia napoletana del commissario Baricco, con cui ho vinto numerosi premi. Ora ho la serie della patologa forense Viola Guarino, cominciata con “Una favolosa estate di morte”, edito da Rizzoli, con cui ho vinto il Premio Romiti Sezione Emergenti al Caffeina Festival di Viterbo. Ho scritto ancora un romanzo breve, vari racconti e un testo teatrale.

 

Nel 2015 hai partecipato a Casa Sanremo Writers come candidata per il concorso omonimo, vincendolo. Perché hai scelto di tornare sul palco degli ospiti di quest’anno per presentare una tua opera?

Quella del 2015 con “L’anello debole”, secondo romanzo della trilogia napoletana, fu un’esperienza molto emozionante qui. Quasi 500 romanzi in concorso, 19 finalisti e la vittoria finale. Nonostante lo sapessi, quando mi chiamarono sul palco pensai di svenire. Ora accolgo l’invito a presentare fuori concorso, per restituire questa emozione, perché poi tante belle cose sono venute, la pubblicazione con le grandi case editrici apre a un mondo completamente diverso dell’editoria.

 

Continua a seguirci per scoprire tutti i Writers che parteciperanno alla XIV edizione di Casa Sanremo!