L’autrice Raphaëlla Angeri è tra i finalisti del Concorso Casa Sanremo Writers 2022 – Opere Edite con il libro “Una bambina da salvare”
In seguito all’attento esame della giuria, Raphaëlla Angeri è risultata tra i finalisti del Concorso “Casa Sanremo Writers – Opere Edite”. La sua opera, intitolata “Una bambina da salvare“, è stata valutata dalla commissione presieduta da Laura Delli Colli, già presidente del SNGCI e del Festival Internazionale del Film di Roma.
“Una bambina da salvare” è un romanzo pubblicato da Il Rio Edizioni nel 2016, tradotto anche in inglese con il titolo “A child to save” e da cui è stato tratto l’audiolibro “Centro Internazionale del Libro Parlato A. Sernagiotto” di Feltre (BL). Un’opera capace di arrivare dritta al lettore, anche attraverso le parole dell’autrice, vincitrice di numerosi concorsi letterari. Raphaëlla Angeri è nata in Belgio nel 1957, è figlia di emigrati, vive a Mantova dal 1969 e ha sempre lavorato in ambito amministrativo.
Ve la facciamo conoscere in quest’intervista, in attesa di assistere alla serata conclusiva di Casa Sanremo Writers che si svolgerà nella settimana del Festival.
Quando hai scoperto di avere la passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura è nata quando dal Belgio, all’età di 12 anni, la mia famiglia si è trasferita in Italia. La necessità di imparare la lingua ha scatenato in me il desiderio di leggere e soprattutto di scrivere.
Oltre a farlo continuamente, in questi ultimi tempi ho riportato alla luce tutti quei racconti che da anni conservavo gelosamente. Alcuni hanno già ottenuto riconoscimenti, e altri stanno per essere pubblicati con il mio prossimo libro che uscirà a fine marzo 2022. Il piacere di scrivere e trasmettere sensazioni è, per me, qualcosa d’ineguagliabile.
Cosa caratterizza il tuo stile, e cosa ti distingue dagli altri?
Mi caratterizza la semplicità nell’esposizione e la veridicità di quanto scrivo. Chi ha letto i miei scritti dice di avvertire stati d’animo simili a quelli che descrivo, come se li vivesse personalmente, e si sente spronato a continuare la lettura. Ammetto che questo mi fa piacere.
Sicuramente mi contraddistingue il fatto che parlo di problematiche difficili da trattare, e cerco di non farlo volgarmente. Intendo lanciare un messaggio forte, descrivendo situazioni che sembrano assurde ma che invece esistono.
Parlaci dell’opera che hai inviato a Casa Sanremo Writers. Perché dovrebbe vincere il concorso?
Ho scritto “Una bambina da salvare” perché ci sono cose che non si possono tacere. Un testo che ho pubblicato immediatamente senza nessuna esitazione. Ho aiutato una bambina a uscire da un giro di pedofilia, ed è stata una vicenda che mi ha fatto provare, oltre a una rabbia inimmaginabile, un grandissimo senso d’impotenza. Una vicenda che ha dell’incredibile, che ha coinvolto tutta la mia famiglia, ma che dopo un alternarsi di vicissitudini si è risolta nel migliore dei modi. Purtroppo questo non accade a tutti i bambini abusati. La pedofilia è un fenomeno trasversale e inquietante, che si nasconde tra le pieghe della nostra società, di cui si sussurra ma non si parla mai apertamente, si fanno solo accadere fatti incresciosi. In medicina, la mancanza di controllo di certi stimoli è considerata una patologia, ma è difficile provare compassione per questa. Una persona nasce e muore pedofilo, lo è in tutto il suo essere, dalla mente alle mani, ecc. Penso che noi genitori, oltre ai soliti obblighi, abbiamo anche il dovere di salvaguardare i nostri figli da questo crimine, e per farlo serve soprattutto parlarne apertamente per aiutarli a costruirsi una protezione. L’uso delle nuove tecnologie ha contribuito a una notevole escalation di questo fenomeno, e proibirne l’uso ai bambini è impossibile, perché il progresso non si ferma; quindi un attento controllo da parte dei genitori è fondamentale per tutelarli dalle insidie della rete. La frenesia della vita può indurci a sorvolare su alcuni segnali che i bambini ci lanciano.
Sono del parere che a livello didattico si potrebbe fare qualcosa. Esistono figure preparatissime che possono rapportarsi con i bambini e rispondere alle loro domande, che sono sempre quelle più dirette e talvolta, ammetto, anche imbarazzanti. In ultimo, sotto l’aspetto legislativo, per combattere questo problema dovrebbero esistere pene più severe e soprattutto la certezza della pena.
Il mio intento è di non smettere di lanciare questo messaggio. Sto parlando di bambine e bambini e non di ragazzine o ragazzini. Sempre di minori si tratta, ma la differenza è abissale. Il mio desiderio è quello che se ne ricavi un film per arrivare dove il mio libro non può. La pedofilia è un mondo sommerso, che evidenzia l’indifferenza della società davanti questo fenomeno. Un dramma che rimane un allarme sociale ancora attuale e che invita chiunque a riflettere.
Continua a seguirci per scoprire tutti gli autori finalisti del Concorso Casa Sanremo Writers!