- Ci presenti il suo libro.
Il lavoro raccoglie interviste e riflessioni scritte, nella mia attività di giornalista pubblicista, durante il periodo Covid. L’obiettivo è che di questo periodo buio possano restare tracce, testimonianze di chi non si è arreso. Si tratta di medici e infermieri, ma anche di associazioni di volontariato, a cominciare dai miei amici Lions, di operatori della scuola, di docenti , di artisti. Ho incontrato , anche se a volte da remoto, on line, questi eroi che non si sono fermati e ho scritto articoli, raccolto interviste . Ho cercato di coniugare il piacere della scrittura, con l’obiettivo di “attraversare” le parole, per poter raggiungere un “oltre” dove affrontare in modo più consapevole e proficuo questo incerto, complesso periodo storico”.
- Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Ho avuto il piacere di incontrare e intervistare artisti, anche molto noti.
A tutti ho chiesto riflessioni sul dramma del Covid.
Riporto stralci di alcune interviste, per me più significative .
- Intervista a Roccuzzo 9 maggio 2021
Dal 16 aprile disponibile in radio e in digitale “Aspetterò domani”. Come nasce “Aspetterò domani”?
“Aspetterò domani” è nata per far capire che l’amore può essere un ponte, un elemento di unione in mezzo alla distanza. Arriverà il momento in cui ci potremo rivedere: così come passano le cose belle, passano anche quelle brutte.
“Aspetterò domani” riflette su quello che sta accadendo
Sì. È super influenzato da questo periodo. Parla dell’amore al tempo della pandemia e della distanza fra le persone che c’è in questo momento.
Un invito alla speranza in questo periodo buio?
È stato un periodo davvero particolare. Ci sono stati dei momenti nei quali, chiuso in casa, mi sono sentito come in carcere: non poter uscire, non poter vedere la famiglia mi ha fatto molto soffrire, ma mi ha fatto capire l’importanza delle piccole cose. In questo periodo sto scrivendo tanto e nelle mie canzoni sto cercando anche di raccontare tutto questo…
- Intervista, da remoto, a Sabba – 30 giugno 2021
…Ciao Sabba, grazie per l’incontro telefonico. L’emergenza sanitaria Covid-19 ha mutato, seppur momentaneamente, la nostra quotidianità. Tu, personalmente, come hai affrontato le ultime settimane?
Ho provato a sfruttare qualsiasi tipo di vantaggio potesse derivare da questa condizione, ad esempio sono riuscito a rimettermi in forma grazie a un’alimentazione sana, che normalmente è quasi impossibile conciliare all’interno della routine frenetica.
Ci hai regalato un nuovo singolo, “Loop”. Che cosa rappresenta esattamente per te? Un senso nuovo alla tua produzione artistica?
La reclusione forzata di questi mesi mi ha fatto capire che ho bisogno di dare un senso diverso al mio fare musica: non solo per me stesso ma anche per poter essere utile a qualcuno. Vorrei regalare una luce a chi non sa dove cercare una via d’uscita. Se un artista ha ancora un senso in questa società, allora ha il dovere di rendersi utile nell’unico modo possibile: diffondere calore, scaldare le anime, sorridere finché può, anche se non gli viene più naturale. Vorrei donare, donare e basta.
Donare speranza, voglia nuova di vita?
Avevo bisogno di regalare “Loop” a chi mi segue, a chi mi ascolta, a chi mi conosce e soprattutto a chi non ha la minima idea di chi sia Sabba . Non è un gesto di vanità, anzi, credo che una volta uscita questa canzone non sarà più mia ma di chi la accoglierà, di chi la abbraccerà, perché la musica, quella sì, possiamo abbracciarla, non ci sono controindicazioni. È un percorso verso la scoperta della identità mia e di chi mi ascolta…
- Intervista, dal vivo, a Ron – 3 agosto 2021
…Tappa del suo tour a Pagani, citta di Sant’Alfonso. Lei sa che Alfonso de Liguori oltre che Dottore della Chiesa, teologo, architetto, poeta, pittore è stato anche musicista. Di buon auspicio per il suo tour?
Sicuramente. Conosco benissimo il talento musicale di Alfonso de Liguori. Ho anche cantato il tu scendi dalle stelle. E conosco la provincia di Salerno, soprattutto la Costiera amalfitana, ma non solo. Conosco i suoi sapori, i suoi profumi e chi ci abita. E’ un luogo dove vale la pena nascere, vivere e morire. Lo si può fare sempre con il sorriso. Poi Pagani, terra di sant’Alfonso, è di certo uno scenario straordinario per una serata da trascorrere tra musica e cultura.
La sua presenza a Pagani rappresenta un’occasione di rilancio della musica e della cultura, dopo un lungo periodo di difficoltà a causa della pandemia… E’ una soddisfazione. L’arte, la musica possono e devono fare anche questo. Trainare emozioni, cultura, sviluppo…
- Intervista, dal vivo, a Enzo Avitabile – 27 aprile 2022
…Enzo, i tuoi testi portano sempre a riflettere su temi molto attuali. Come stai vivendo questo periodo segnato dal Covid-19 e come, secondo te, ciò ha cambiato la Società? Il Covid ci ha completamente impauriti, ci ha condizionati. Stiamo vivendo una condizione molto fantascientifica. Però, noi speriamo di superare questo periodo di paranoia, di tensione e di paura. C’è una grande speranza che sta diventando anche un grande desiderio. Il desiderio di un mondo migliore, di un qualcosa che sia duraturo.
Dopo un periodo molto complicato, in cui i concerti in presenza si sono alternati alle performance in streaming, si torna dal vivo. La musica torna a vivere. Torna l’emozione straordinaria di poter godere della musica dal vivo, di poter assaporare tutti quei momenti che rendono unica l’esperienza del concerto, dall’arrivo sul luogo all’attesa dell’inizio, dal silenzio del pubblico all’applauso più intenso.
Emozioni sempre nuove anche per gli artisti che vivono il momento del concerto dal vivo come banco di prova e momento massimo di espressione artistica, dove tutto può succedere, dove la concentrazione arriva al massimo in un turbinio di sentimenti e in uno scambio continuo con il pubblico.
Enzo, la forza simbolica di questo concerto è evidente. La pandemia ha cambiato in maniera radicale il nostro modo di intendere la musica, il rapporto con il pubblico, e non solo. Il senso di precarietà, che già ci accompagna da sempre, è ora molto più forte: facciamo progetti che non sappiamo se potremo realizzare oppure no. Ma certo noi andiamo avanti, non ci fermiamo. Voglio però sottolineare che questo concerto acquista una valore aggiunto perché avviene durante i festeggiamenti della Madonna delle Galline.
Perché questo valore aggiunto? La festa della Madonna delle galline è uno dei raduni più importanti del sud d’Italia. Sono veramente emozionato al pensiero di partecipare a questo evento, per il significato che diviene significante. E’ un incontro di solidarietà, un incontro che vive. Mi affascina quel messaggio unitario di tutti coloro che vi partecipano con il massimo della coscienza verso una vera sacralità. Questo incontro, che nasce dalla fede nella Madonna, diviene, così, un inno alla vita. La festa, autentica primavera dello spirito, si articola in tre momenti essenziali: uno di fede, uno di gioia (luminarie, suoni, danze con tammorre e castagnette e tavole imbandite), e un altro, infine, di condivisione e solidarietà (maggiore attenzione alle varie realtà di povertà, vicine e lontane). Così la vera devozione alla Madonna delle galline, ricondotta alla sua genuinità, riscopre nella fede la sua sorgente, e la sua festa non si agita più tra sacro e profano, ma si ricolloca in una dimensione antropologica più vera, che è insieme vita, cultura e religiosità. E il mio desiderio è di cantare un’unica canzone che parla dell’esistenza di un’unica razza: quella umana!…
- Intervista, dal vivo, ad Andrea Sannino – 15 luglio 2022
…“Abbracciame” è un ‘caso’ della canzone italiana: pubblicata nel 2015, con l’emergenza/coronavirus è divenuta la canzone più condivisa dai balconi dei palazzi italiani. Si è trattato di un ripescaggio spontaneo da parte della popolazione, che ha cantato per sere su tutti i balconi di Napoli, e poi anche d’Italia, “Abbracciame cchiù forte”, in una sorte di esercizio collettivo di esorcizzazione per un qualcosa che non si poteva fare durante la pandemia.
Nei giorni più duri del lockdown , “Abbracciame”, cantata da balcone a balcone, è stato un inno di speranza, simbolo del contagio dell’amore più forte della malattia. La mia “Abbracciame”, ha fatto il giro del web con video girati nei quartieri più popolari di Napoli e provincia, tra luci accese e famiglie affacciate a cantare il ritornello della canzone.
Abbracci – quelli evocati – ‘proibitì” dalla regola del distanziamento ma virtualmente strettissimi per darsi forza in un momento così drammatico.
Un successo , quello di “Abbracciame” , cantato in Italia e nel mondo in lingua napoletana. Le parole e le melodie napoletane sono riuscite a raccontare e al tempo stesso ad alleviare quello che è stato un dramma mondiale. Soprattutto, ancora una volta , grazie ad “Abbracciame”, la lingua napoletana è diventata coool. Ciò mi riempie di soddisfazione , anche perché la lingua napoletana è spesso sinonimo di periferia, di quartiere, di un mondo del quale io sto cercando di farmi portavoce attraverso la mia musica…
- C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ho pensato di scrivere questo libro dopo l’incontro con Andrea Sannino. L’ho incontrato e intervistato in occasione del suo concerto a Pagani (Sa), l’11 luglio 2022.
Nel suo “Abbracciame” ho colto la sollecitazione a trasmettere , nel mio piccolo, una speranza di rinascita.
Non ho avuto dubbi quando, al termine del concerto , lo stesso Sannino ha chiesto di me per invitarmi a bere una birra con la sua truppa.
- Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?
Lo stimolo a continuare a scrivere.