1. Ci presenti il suo libro.
Maira e il lago di cera è un romanzo fantasy, direi atipico, rivolto ai lettori dagli 11 ai 15 anni, che usa le caratteristiche più intriganti del genere per parlare di integrazione e accettazione; un romanzo che si è rivelato quantomai attuale e connesso all’odierno periodo storico visto che è ambientato in uno scenario catastrofico che mette a ferro e fuoco il mondo di Kalèidos tra guerre efferate e una misteriosa pandemia, in cui solo una ragazzina totalmente inerme, incapace sia di combattere che di usare la magia, possiede i mezzi per salvare la propria terra.
2. Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Ma certo, molto volentieri. Questo è un passo in cui la protagonista capisce di poter comunicare davvero attraverso il sogno con la gemella Marion, deceduta, e scopre una verità che non avrebbe mai voluto conoscere:
“Maira, Maira… svegliati, ti prego, sono due giorni che dormi”.
Sentendosi scuotere, con fatica Maira aprì gli occhi. L’immagine davanti a lei, dapprima sfuocata, a poco a poco riprese nitidezza. Marion, con estrema dolcezza, le stava accarezzando la fronte.
“Marion… dove mi trovo? Sono morta anch’io?” A parte l’immagine della sorella, nitida e luminosa, non riusciva a riconoscere altro intorno a sé; c’era solo un buio denso. Marion strinse delicatamente la mano di Maira. “No, mi stai solo sognando. Il veleno contenuto nel tentacolo di quel sapìr ti ha narcotizzata. Non hai nulla, anche se ti sveglierai con un gran mal di testa, garantito”. “E Axel? Si riprenderà?” “Proprio di questo volevo parlarti…” rispose Marion con un tono affatto rassicurante. “Cosa intendi dire?” “Axel… è grave Maira. Il veleno dei tentacoli narcotizza, quello della saliva uccide”. “Quindi Axel è morto?!” “No, no no no, non è morto! Non ancora almeno. Ho risucchiato il veleno in circolo nel suo sangue”. “Beh… ma se non c’è più veleno, perché dovrebbe morire?” “Perché è impossibile eliminarlo totalmente e, in ogni caso, è un’operazione così delicata che può essere fatta solo una volta dal morso. Il veleno del sapìr è a rilascio lento, graduale e tende a rigenerarsi. In questo momento Axel sta bene perché la percentuale di veleno nel suo corpo è praticamente nulla ma, a poco a poco, si ricreerà”.
Maira rimase in silenzio, gli occhi che le bruciavano per lo sforzo di non piangere. “Quanto gli resta da vivere?” “Non te lo so dire. Se fosse un kaleidiano sarebbe già morto ma Axel fortunatamente è un elfo, per di più dalla corporatura robusta e forte”. “D’accordo ma… stiamo parlando di ore, giorni, mesi, anni… lo saprai, no?” “Non esattamente ma anni no, qualche mese. Stai per risvegliarti, devo andare adesso”. “No Marion, aspetta. Marion!”. Il buio si rischiarò all’improvviso e gli occhi di Maira vennero feriti dalla forte luce del sole. “Ehi, ben svegliata dormigliona. Hai dormito bene?”, le chiese Axel con un sorriso tirato. Maira, d’istinto, si lanciò ad abbracciarlo. La testa le pulsava, così come preannunciatole da Marion ma non importava. “Ehi attenta! Mi fai male…”, la rimproverò bonariamente Axel sorridendo, godendosi quell’abbraccio inaspettato. “Come ti senti?” le chiese lui premuroso. Maira si staccò leggermente dall’abbraccio per poter guardare Axel negli occhi. “Io bene, ho solo un po’ di mal di testa. Tu?” “Io benone. La tua medicazione, qualunque cosa tu abbia fatto, è stata eccezionale. La ferita si sta già rimarginando e io mi sento un leone”. Maira lo abbracciò di nuovo, ancora più forte e, in quel momento, prese la decisione più difficile della sua vita: mai, mai e poi mai gli avrebbe detto la verità; se la sarebbe tenuta per sé, nutrendo in fondo al cuore la segreta speranza che Marion potesse essersi sbagliata.
3. C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Un aneddoto no, direi piuttosto una serie di immagini che ho “incontrato” sulla mia strada. Spesso mi lascio affascinare dalla forma delle nuvole, da quella degli alberi e delle foglie o dai sogni che faccio… Se un’immagine è così forte da colpirmi, la fantasia inizia a galoppare e questo è il risultato!
4. Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?
Un luogo di incontro stimolante dove incontrare nuovi colleghi e tante persone, in un’atmosfera intrisa di curiosità e, perché no, di cooperazione, in cui poter far conoscere la mia storia e farla volare.