- Ci presenti il suo libro.
“Il sussurrio vulnerabile del silenzio” è una storia che parla di donne, di scelte, di figlie che diventano madri ed esseri umani che sembrano solo pezzi di carne. In quest’epoca martoriata dalle apparenze e dalla violenza, Elisa aspetta un figlio dalla persona sbagliata. Dovrà scegliere se metterlo al mondo. Dovrà affrontare da sola un presente strabordante di superficiali certezze e complesse banalità. Capirà sulla sua pelle che certi valori, seppure sembrino del tutto scomparsi in molti essere umani, in molti altri sono ancor vivi, e comprenderà che non possiamo farcela da soli; che non dobbiamo farcela da soli. La storia di Elisa sarà dolorosa, di un dolore interiore quanto fisico. Ed è quella di un’epoca, una Nazione, che gira le spalle per non vedere, che rasenta la superficie per non trovare certezze, che si accontenta delle menzogne per paura della verità. Ma è anche la storia di chi ce la fa; di chi trova qualcosa in un’accozzaglia di niente.
“Il sussurrio vulnerabile del silenzio” è un romanzo crudo, a volte fin troppo atroce, ma reale, violento… normale. Che è la sola cosa a cui dovremmo ambire in quest’epoca di anormalità.
- Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Credo che ognuno di noi abbia diritto a un genitore che lo accudisca, almeno fino a quando non abbiamo la consapevolezza di chi vorremmo essere e la forza di poterlo diventare. […] Credo che le persone che si anticipano con la preparazione e l’addobbo dell’albero di Natale non siano più felici degli altri, semmai hanno disperatamente bisogno della felicità, anticipando un futuro che credono migliore. E, forse, sono proprio queste le persone che non lo saranno mai. Credo che gli sforzi che farai per cambiare la nostra vita saranno, a volte, necessari ma molte altre volte inutili, perché, guardati intorno: non è così male quello che hai costruito. D’altronde, una vita di soli sforzi, non credo ci sia ragione alcuna per viverla. Credo che “il postino bussa sempre due volte” sia un’invenzione del cinema. Ma un po’ tutti crediamo a questa cosa. Forse, anche il tuo stesso postino se ne compiace un po’. Ma credo, comunque, che i debiti da pagare arriveranno e al postino non interesserà se tu sia in grado di pagarli o meno. Credo che non esista un Dio che abbia creato tutto ciò che gli occhi miei riescono a guardare, ma credo sia l’unica cosa alla quale puoi aggrapparti quando senti che la vita sia ingiusta, brutale… maledetta. Credo che chiunque abbia voglia di scappare da sé stesso, ma, nonostante ciò, credo sia ovvio che quello sia il solo luogo dal quale non riusciremo comunque mai a fuggire. […] Credo che la famiglia sia qualcosa da cui non potrai mai separarti. Ti segna e te la porti dentro. E, nonostante, in qualche caso, potrà sembrarti ingrata e, forse, a volte, ingrata lo sarà anche, continuerai a farne parte come se fossi un pezzo di un meccanismo al quale non puoi sottrarti. […] Dovremmo tutti poter avere una vita semplice, ma non è detto che sia sempre semplice ambire e ottenere la semplicità. E, in ogni caso, la semplicità non è sinonimo di felicità. Credo che, per quanto ti sforzerai di credere che non ci sarà mai nulla in cui valga la pena credere, resterà la sola cosa che continuerà a spingerti affinché tu vada avanti.
- C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Nel 2019 mi sono trasferito in Piemonte per amore. Ho dovuto ricominciare da capo lasciando in Campania tutte le mie certezze e le mie comodità. Qualche tempo dopo mi sono ritrovato chiuso in casa nel bel mezzo di una pandemia. Con un lavoro precario, poche certezze, lontano dagli affetti, ho desiderato una famiglia, un figlio e tutti i sentimenti descritti tra le pagine di questo libro… anche i meno piacevoli. Così è nato “Il sussurrio vulnerabile del silenzio”.
- Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?
Ad agosto 2022 mi sono nuovamente trasferito. Ennesimo cambiamento, ennesimo inizio. Da Casa Sanremo Writers 2023 mi aspetto quello che di solito mi aspetto da tutti i nuovi inizi: che sia solo il preludio di qualcosa di piacevole; di qualcosa che ho voluto e desiderato. Non so bene cosa ma, soprattutto, nulla di così grande. Io desidero una straordinaria normalità. E poi, sono campano, scaramantico. La felicità va protetta, va solo bisbigliata.