- Ci presenti il suo libro.
“Popular” è più di un libro, è un vero e proprio progetto volto a far luce sui quartieri popolari, di tutta Italia, e su chi vorrebbe avere una vita diversa ma non può permettersi altro. Quello di Marta, la protagonista del libro, è un racconto di resilienza e di coraggio. Chi viene dal niente non è destinato a rimanere impantanato in quel limbo, è solo costretto a lottare ogni giorno per procedere anche di un solo passo. Arrivare al successo è semplice se alle spalle hai soldi, potere e conoscenze. Un po’più complesso è se ti chiami Marta, hai passato la vita nei quartieri popolari di Roma e sei orfana di padre. Marta non canta, lei scrive, mediante i suoi testi e i flashback del suo passato racconta la vita delle case popolari attraverso il filtro fuligginoso della povertà e l’abbandono. Chi ha niente non è destinato a rimanere impantanato per sempre in quel limbo, è solo costretto a lottare ogni giorno per procedere anche di un solo passo. L’occasione di Marta arriverà proprio grazie ad un contest organizzato dal Teatro Ariston di Sanremo. L’obiettivo è quello di far conoscere i quartieri popolari da un altro punto di vista, cercando di portare un po’ di luce in questi posti, spesso dimenticati. Un progetto che sta attirando l’attenzione sia di chi abita in periferia e cerca di trovare il coraggio e la forza di farcela, sia di coloro che non vivono in quei quartieri ma stanno scoprendo, grazie a Popular, un lato diverso, anche puro, rispetto a quello raccontato, spesso, dai media e dalle serie tv.
- Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Ho sempre sofferto il vivere in contesti popolari, ma non mi vergogno a dire dove abito, dove ho abitato. Forse sapere cosa significa il toccare con mano la realtà mi aiuta a vedere la vita in maniera diversa. I dolori ti forgiano, ti plasmano, ti aiutano a crescere prima del tempo delle volte, delle altre ti lasciano un lato infantile che non hai mai superato, che avresti voluto conoscere in maniera differente ma, non è stato. Che poi, in fin dei conti, il posto in cui cresci è così importante? Preclude davvero la possibilità di essere qualcosa di diverso? Per me no. Tutto è esperienza nella vita; chi ha avuto un’infanzia apparentemente bella solo perché circondato da benessere, bella casa, giocattoli, abiti di marca, magari è stato privato delle cose più importanti: gli affetti. Vogliamo davvero guardarci alle spalle e rimpiangere come siamo cresciuti? La vita talvolta è fortuna. C’è chi ha tutto, affetti e benessere, ma per la fetta più grande dell’umanità l’amore, i sentimenti, il calore umano sono quelli che davvero incidono, pure senza soldi. Ho visto più malviventi morire per amore che uomini, apparentemente per bene, provare dei semplici sentimenti. Tutto quello che ci accade nella vita dovrebbe aiutarci a comprendere che non vale poi così tanto la pena stare a rimuginare, a rimpiangere a cercare di cambiare il passato, a coprirlo con cose nuove, perché indietro tanto non si può tornare. Non abbiamo alcun potere se non quello di decidere come vogliamo vivere la nostra vita. Siamo burattini e burattinai dei nostri stessi fili. Siamo artefici del nostro destino e allora ricordiamocene prima di prendere qualsiasi decisione, prima di darci del tutto per vinti. Anche se delle volte pensiamo il contrario, le cose belle arrivano per tutti. Per alcuni si manifestano in maniera diversa ma, prima o poi, se facciamo in modo di vederle, arrivano. In questo appartamento vuoto, la luce entra leggera quasi come a indicare un raggio di speranza, quel momento di felicità: anche noi meritiamo questo, sì. Senza pensare troppo a chi abita intorno, come sarà il domani, cosa dovremo aspettarci, quale sarà la scuola in cui andrò, chi saranno i miei amici. Forse qualcuno da lassù per un momento ha avuto un occhio di riguardo per tutti noi.
3. C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
“Crederci sempre, arrendersi mai!” Credo che questa frase racchiuda l’essenza stessa del libro, il messaggio e la carica: tutte cose che mi hanno spinto a scrivere questo libro per cercare di incoraggiare chi è cresciuto, come me, in certi contesti e crede di non essere all’altezza.
- Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?
Di vivere un’esperienza speciale, di condivisione con professionisti e artisti, che possa dare a me la forza di continuare a scrivere e a crederci e, soprattutto, avere l’opportunità di poter lanciare il messaggio, a quelli considerati “ultimi”, di non smettere mai, di crederci, perché la vita può riservare sempre delle sorprese meravigliose.