1. Ci presenti il suo libro.
“The Human Show” è un romanzo che rappresenta un’allegoria sociale del nostro tempo, in cui la società vira verso una dimensione virtuale, de-umanizzandosi. Ogni mutamento sociale a cui si allude non è da intendersi come proiezione distopica in quanto si tratta di esperimenti attualmente in corso e basati su dati di realtà. Il libro guarda a un futuro prossimo, invitando a riflettere sul mondo virtuale, in particolare relativo ai social network, in cui, in nome di un’affermazione edonistica individuale, si perde il senso della relazionalità attraverso la rinuncia all’espressione sociale delle emozioni.
2. Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Le persone si muovevano, piedi a terra. Liberamente. Era ieri. Oggi, ogni grande centro urbano ha la sua periferia digitale, al di là dei confini del Cerchio. All’interno avvengono le selezioni di idoneità, per cambiare status: chi dimostra di saper mantenere un controllo totale sulle proprie emozioni e di avere una ferrea determinazione può andare a vivere su Nexus. Dai venti ai sessant’anni chiunque può decidere di provarci. I blocchi di case digitali che ne fanno parte, detti “alveari”, sono costituiti da bilocali di forma esagonale; totalmente asettici, privi di mobilio e di qualsiasi genere di suppellettile, se si fa eccezione per una capsula iperbarica, una superficie d’appoggio nel primo ambiente, un bagno chimico, una doccia a getto probiotico e uno specchio digitale interattivo nell’altro. Le pareti sono immacolate per poter ospitare le proiezioni mentali. Ogni attività umana è ridotta alla nuda essenza. Nexus SF sorge a qualche chilometro di distanza dalla zona sud dell’area metropolitana della Baia di San Francisco, popolato dalle più grandi aziende high-tech degli Stati Uniti d’America. L’area ha raggiunto l’estensione di 230 chilometri quadrati, e guarda alla Silicon Valley come a una mucca da cui mungere continuamente nuova tecnologia dell’informazione.
3. C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Non un aneddoto particolare. Sono forse stata particolarmente suggestionata dal vuoto delle città durante la pandemia, e dalla conseguente accelerazione nel processo di migrazione degli esseri umani in una dimensione virtuale. Ho osservato il cambiamento nelle relazioni sociali, che si sono sempre più spostate nella sfera digitale, in qualche modo snaturandoci.
4. Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?
Mi aspetto grande visibilità.