Autore: Francesco Paolo DE LIGUORO
Opera: Stupi.Diario – Il mio cassetto della memoria
Ci presenti il suo libro.
“Stup.Diario – Il mio cassetto della memoria” è un volo pindarico di oltre 40 anni di professione medica, dove ho immortalato alcuni momenti della mia carriera, dalle aule universitarie al ruolo che occupo oramai da tanti anni, di medico di famiglia. Ruolo che per me ha rappresentato la realizzazione di un sogno.
In questo personale viaggio introspettivo cerco di coinvolgere il lettore raccontandogli i dubbi, le perplessità, le angosce, alcuni episodi drammatici, alcuni momenti esilaranti della mia vita professionale ed alcune delle criticità incontrate nel percorso universitario, dove docenti universitari di spessore e di grande cultura umanistica e scientifica, si alternavano in quegli anni di pletora medica, a docenti compiacenti o precursori del voto di scambio.
È un faro di luce ad occhio di bue, dove focalizzo l’attenzione del lettore su alcuni episodi bui, capitati in quegli anni ’80, dove al pari di un “Segreto di Pulcinella”, tutti sapevano, ma nessuno osava mettere su carta.
Inoltre, il libro, nel quale racconto anche momenti intimi, della mia sfera privata, non è solo da considerarsi un ripiegamento interiore, ma anche una personale esigenza di mettere la mia esperienza al servizio dei giovani medici, catapultati dalle aule universitarie alla prima linea della professione, invitandoli a non indietreggiare davanti alla sfida che la medicina di famiglia propone loro.
Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Un momento forte del mio libro è dato dal capitolo “L’integerrimo” dove racconto con dovizia di particolari alcuni esami farsa:
“Se qualcuno storcesse il naso in questo istante, ricordo a TUTTI, che gli esami universitari si sostenevano e si sostengono a PORTE APERTE, pertanto nessuno ha il diritto di affermare di non sapere!!!
Oggi fortunatamente ci sono i cellulari che probabilmente registrerebbero tali nefandezze e tali episodi andrebbero a finire su YouTube nell’arco di pochi minuti.”
E poi:
“Il professore integerrimo, era il MIO professore, il professore Cacca, solo così si merita di essere ricordato ed è lo pseudonimo che utilizzerò in questo racconto.
Cacca, si è preso 11 mesi della mia vita prima che … ecc. ecc. ecc”
Non voglio svelare il piacere della lettura a chi acquisterà questo libro.
C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
L’esigenza di raccontare, all’alba del mio pensionamento, la mancanza di un adeguato ricambio generazionale, provocata da una programmazione deficitaria e da una burocratizzazione del nostro lavoro che, di fatto, sta creando sempre più il disamoramento dei giovani medici per la medicina di famiglia.
Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?
Che questo testo esca dai confini territoriali dove lavoro da quarant’anni e dove sono certo, tanti miei conoscenti e pazienti, per lo più incuriositi, leggeranno il libro. Ma la principale aspettativa è che ciascun lettore, dopo la lettura, rifletta sulla nostra professione ed apprezzi maggiormente il nostro lavoro, baluardo del rapporto fiduciario medico-paziente e non ci rileghi al ruolo di semplici prescrittori di ricette, come talvolta alcuni mass-media osano definirci.