Autore: Laura Rossi
Opera: Black Canvas – Nel buio della mente
Ci presenti il suo libro.
Black Canvas – Nel buio della mente è un thriller psicologico ambientato nella Milano bene. La protagonista è Aria De Luca, una psichiatra che decide di tornare a lavoro dopo un periodo di pausa, in seguito al suicidio di una sua paziente e un burrascoso divorzio. Aria torna a collaborare con la polizia quando viene trovata di notte e in pieno centro una donna nuda in stato confusionale. Si accorge presto che la ragazza ha molto in comune con la sua ex paziente deceduta e, mentre tenta ancora di superare emotivamente la sua perdita, decide di aiutare la ragazza a ritrovare la forza per parlare. Esse appartengono allo stesso mondo- quello della moda e dello spettacolo- e la dottoressa intuisce che c’è qualcosa che le lega: un uomo che trama nell’ombra, un uomo potente che sceglie le sue vittime con cura, che le manipola fino a portarle all’ossessione. E più si avvicina alla verità, più si rende conto che niente e nessuno è come sembra.
Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Un estratto dal capitolo 13
L’introspezione non porta a niente. Non credo che ci conosceremo mai abbastanza. E forse non dovremmo neanche. Le cose che troviamo nella profondità delle nostre menti…Ho sempre pensato che l’idea di avere un’identità fissa sia un mito. Siamo tante persone diverse contemporaneamente e poi nessuna di queste. Cambiamo e ci adattiamo e, alla fine, la sopravvivenza è il nostro unico obiettivo, che sia fisica, sociale o persino emotiva.
È il motivo per cui non mi piace inquadrare i miei pazienti in una definizione. Non mi è mai successo che alla fine di una sessione di terapia le informazioni che avevo raccolto su un paziente coincidessero con un preciso umore, comportamento o stato d’animo.
Un paziente è una persona che manifesta deficit di attenzione o tendenze maniacali. O, come nel caso di Ivy, un comportamento ossessivo compulsivo e un’autostima molto bassa nascosta da una maschera di sicurezza in se stessa fatta di cristallo splendente, indossata magistralmente, ma pronta a spezzarsi in mille schegge di infelicità da un momento all’altro.
Le sue debolezze trasparivano ogni volta che parlavamo di lei: la moglie, la donna da cui andava a casa il suo uomo ogni giorno.
«Lo ha con sé, sotto il suo tetto ogni giorno… Magari è lei che lui abbraccia e chiama moglie, ma io ho il suo corpo e la sua anima. Lui è mio, dottoressa, e a un certo punto si stancherà di andare da lei e verrà a casa da me. Succederà, ho solo bisogno di tempo…» Ivy si lecca le labbra, pregustando la vittoria, dando il successo per scontato. «Mi dice che non può stare lontano da me, che ha bisogno di me. Pensa che stia mentendo? Come si può mentire su queste cose?» E a quel punto si insinuano i dubbi, piccole, minuscole crepe nella sua splendida maschera di sicurezza. Vorrei dirle che le persone mentono tutto il tempo, su cose ancora più grandi dell’amore – che mentiamo per tirare avanti e ottenere ciò che vogliamo- ma invece voglio che pensi con la sua testa, che arrivi alle sue conclusioni.
«Da quanto tempo ti sta dicendo queste cose?» So già la risposta. Mesi.
Settimane e settimane di mezze promesse, giorni che passa in bilico, felice di
vederlo e tesa all’idea di lasciarlo andare via dopo ogni incontro.
«Lui si annoia con lei, so che è così. Non c’è bisogno che me lo dica…
così come non c’è bisogno che mi dica che la lascerà. So che lo farà perché
non riesce a stare troppo lontano da me. Ci vediamo quasi tutti i giorni.» Fa
quella cosa con gli occhi, come fa sempre quando le chiedo di lui. Sembra
ferita, come se dubitassi del loro amore. E ne dubito, infatti, ma non sono così sprovveduta da dirglielo apertamente. La terapia non significa manipolare la mente delle persone: significa mostrare a ciascuno cosa non funziona nella sua vita, far sì che possa ammetterlo e accettarlo abbastanza da riuscire a cambiare.
Ma Ivy non lo vede: è sensibile e ferita. La sua ossessione per quest’uomo l’ha completamente accecata.
«L’ho sentita parlare, oggi.» Mi si gela il sangue nelle vene. Mi impongo di addolcire lo sguardo.
«Cosa vuol dire che l’hai sentita parlare?»
Ivy si agita sulla sedia, incrociando le gambe come a sottolineare un’affermazione: sì, ho seguito la moglie del mio amante e ho sentito la sua voce e non sono pazza o una stalker.
Le dico che non va bene, che deve smettere di fare queste cose. Si metterà nei guai.
«L’ho seguita in giro per la città tutto il giorno, venerdì. L’ho sentita parlare con un commesso. Ho visto cosa comprava al supermercato…»
«Perché?» Vorrei chiederle cosa pensa di ottenere. Perché ossessionarsi con una donna che non conosce? Perché non concentrarsi su se stessa e fare quello che è meglio per lei? Ma voglio solo sentire i suoi motivi.
«Voglio vedere cosa fa, come parla e cosa le piace, tutto qui. Ho pensato che se so chi è lei, capirò meglio anche chi è lui.»
Sono confusa, e stavolta non nascondo i miei pensieri. «In che senso?»
«Perché mi aiuterà a essere come lei, una versione migliore di lei. Posso essere me stessa quando lui vuole che io lo sia, e lei in tutti gli altri momenti.» Il suo sguardo è fisso su qualcosa nella stanza, forse sulla poltrona accanto a me, come se stesse immaginando la situazione svilupparsi davanti ai suoi occhi. «Posso diventare io la moglie.»
C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ho iniziato a scrivere questo libro a fine 2019, la trama era diversa, più un romantic suspense che un thriller. Poi il lockdown ha stravolto anche me, la mia vita è cambiata e credo di essere impazzita insieme ai personaggi. Ho completamente ribaltato genere a trama, pensando a quanto la nostra mente sia suscettibile, sensibile e influenzabile. Ho messo al centro di questo thriller tematiche riguardanti i disturbi della personalità, mi sono chiesta quanto conosciamo noi stessi e le persone che abbia accanto, quante e quali maschere indossiamo per sopravvivere e ottenere quello che desideriamo.
Che Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?
Partecipare a Casa Sanremo sarà un’esperienza grandiosa. Far parte di una settimana così intensa, di un evento internazionale di questo genere è già un bel traguardo per me. Spero di dare a questo libro la giusta visibilità che merita e sono certa che questa vetrina letteraria mi sarà di grande aiuto. Mi auguro di incontrare altri scrittori, giornalisti e personaggi con cui poter parlare di Black Canvas e magari di progetti futuri.