Vai al contenuto
Home » Leonardo Mastia – “Il sole d’argento”

Leonardo Mastia – “Il sole d’argento”

Autore: LEONARDO MASTIA

Opera: IL SOLE D’ARGENTO

Ci presenti il suo libro.

Ambientato in una città fantasmagorica unica al mondo, nei vicoli, nelle strade e nelle piazze attraversate da millenni di storia stratificata nel tempo, tra intrighi flash back e sorprese racconto la storia di don Mimì il parigino e di Terenzio il carabiniere. Il primo ha dedicato la sua esistenza alle truffe, agli espedienti, ai mille raggiri, pervaso però dal desiderio di elargire se stesso, è comunque ben voluto e rispettato nel suo quartiere. Il secondo invece si trascina nell’anima il rimorso, i i sensi di colpa per un evento drammatico verificatosi in età adolescenziale. Poi il fato fa si che i destini si incrocino.

Sullo sfondo la napoletanità, il fatalismo, l’ironia e l’auto ironia di un popolo da sempre abituato a lottare ed a convivere con l’atavico disagio. Il lettore entra in simbiosi con i personaggi che attraversano le pagine del libro e diventa egli stesso protagonista proiettato sul grande palcoscenico naturale della vita.

Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.

“Pasquale, ma tu non stavi in ospedale?” gli chiese un agente di custodia che si era celermente avvicinato.

“Se sei qui, allora vuol dire che sei guarito, mi fa proprio piacere” proseguì con tono affabile e schietto senza alcuna ironia.

Il vecchietto, minuto anche nella statura, alzò lo sguardo verso di lui, le pupille ancora più lucide e dilatate, lo osservò serio e lentamente, con voce grave, rispose: “mi hanno accompagnato li, pensavano tutti che fosse giunta la mia ora, ma poi mi sono dimenticato di morire e mi hanno riportato indietro, non l’ho fatto apposta”.

Non aggiunse altro, come se si fosse pentito di aver parlato, abbassò mesto il capo e addossato al muro, si spostò a fatica di qualche metro, di fatto allontanandosi dal parigino.

C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?

Una mattina, sul tram numero due che da piazza Principe Umberto mi portava al Tribunale passando per il carcere di Poggioreale, alla ricerca di un appiglio, notai incollato sul longherone d’acciaio dal quale pendono i maniglioni, un cartoncino adesivo di un bianco immacolato.

Qualcuno, con un pennarello vi aveva scritto “mantenetevi forte”.

Espressione molto usata un po’ dappertutto, dove però, al significato letterale di “avvertimento” per il passeggero, si legge l’ulteriore simpatica interpretazione che solo l’ironia tipicamente napoletana poteva suggerire, “ l’auspicio per la vita”.

Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?

Mi aspetto di incontrare gente, vedere posti mai visti prima, soprattutto fare nuove amicizie, perché è risaputo che conoscere arricchisce.