Autore: Maria Tedeschi
Opera: Il Donatore di Sangue
Ci presenti il suo libro.
Mirko Balsa è emofobico. Il suo odio per il sangue risale all’ infanzia. Ha da tempo bandito il colore rosso dalla sua vita, rifiutandolo in ogni sua forma e manifestazione.
A causa di una sospetta riduzione dei globuli rossi e di un’eccessiva fotosensibilità sarà obbligato, suo malgrado, a dover effettuare un prelievo di sangue nel laboratorio sotto casa che è anche un importante centro trasfusionale. Per uno scambio di referti, Mirko si illuderà per un po’ di essere sano, ma in seguito, scoprirà di appartenere al rarissimo gruppo sanguigno AB e di essere affetto dal morbo di Günther: un nemico sconosciuto e subdolo che lo sta distruggendo e che gli impedisce di vivere alla luce del sole. Assistito dalla avvenente dottoressa Cinzia, inizierà il suo calvario fatto di trasfusioni in attesa di sperimentare il nuovo farmaco di un ricercatore francese.
Attraverso uno dei suoi disegni automatici, Mirko scoprirà alcuni aspetti legati al passato che non avrebbe mai immaginato: strane coincidenze che gli faranno presagire la possibile parentela con Vlad Tepes III l’impalatore, voivoda di Valacchia, passato alla storia come il conte “Dracula”. Mirko dovrà imparare a convivere con la sua pesante eredità, con la malattia e soprattutto con quello che lui definisce il suo più “grande nemico” che è anche la sua unica medicina.
Grazie all’aiuto di uno strano esorcista rumeno, amico di suo padre, Mirko riuscirà a scavare in sé stesso, a liberarsi dei sensi di colpa legati a un passato che non gli appartiene più e a scoprire finalmente il senso alla propria esistenza. L’amore entrerà prepotentemente nelle sue vene e gli porterà grandi momenti di passione e d’ intimità: un amore di breve durata, ma un capolavoro di sentimenti.
Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa
…Più le ore notturne avanzavano e più si sentiva rinvigorire come se si svegliasse da una sorta di letargo. I suoi occhi diventavano lucenti e affascinanti, la sua pelle si trasformava in madreperla, i suoi denti in sculture marmoree perfette e bianchissime, i lineamenti rudi si addolcivano. Scelse con cura l’abbigliamento da indossare prediligendo, come sempre, i colori scuri. Alle ventuno e trenta era già pronto. Il porto era a dieci minuti di cammino dalla sua abitazione così decise di non prendere il taxi. Adorava il freddo pungente della notte, lo faceva sentire vivo e gli metteva uno strano buonumore. In quell’atmosfera rarefatta riusciva a dimenticare i pensieri cupi, la calma tornava a farsi spazio nella sua mente e riprendeva tutte le sue forze. Non aveva mai usato profumi. Quando la notte si approssimava, la sua pelle emanava una fragranza naturale amara e intensa molto simile al muschio di quercia o forse alla felce. Non ne conosceva il motivo, forse era dovuto al suo reidratarsi continuo con della semplice acqua fresca o delle tisane profumate che prediligeva.
La grande insegna luminosa del display a LED indicava che “Nero di Seppia” era ormai a pochi metri. Un taxi si era appena fermato proprio lì: era scesa una donna piuttosto piccola di statura con i capelli raccolti, senza un filo di trucco, con un paio di jeans, scarpe da ginnastica, avvolta in un piumino paglierino. Era proprio lei… Cinzia Interlizzi, quasi irriconoscibile.
Mirko era abituato a vederla con la sua uniforme bianca da dottoressa dietro alla reception: quel piedistallo l’aveva resa per lui un monumento. Il fatto che ora gli era apparsa piuttosto trasandata suscitò in lui emozioni di natura diversa. Era stato un appuntamento forzato, lui gliel’avevo imposto e lei ora si vendicava esprimendo la sua rabbia e il suo disappunto. Non voleva rischiare di passare messaggi sbagliati e indossare un outfit trasandato l’avrebbe protetta dalle possibili avances dell’uomo. Mirko ebbe come la sensazione di essere di fronte a un’attrice che stava recitando una parte.
Cinzia Interlizzi entrò e andò a sedersi al tavolo prenotato da Mirko. All’ interno della sala non c’erano luci, ma solo candele colorate che illuminavano la tovaglia bianca e i fiocchi di seta nera che chiudevano i tovaglioli.
«Buonasera Cinzia, lei è puntualissima spero che non abbia aspettato molto».
«No, sono appena arrivata. Non si offenda ma ho una certa fretta dovendo aprire il laboratorio domani mattina alle sette. Se non le dispiace, affrettiamoci a ordinare e a cenare».
Mirko con estrema calma si sedette di fronte a lei, quasi alessitimico, non fece trapelare alcun sentimento di disappunto e l’invitò a consultare la pergamena menù posta accanto al tovagliolo. Nel frangente, chiamò il cameriere e fe-ce portare al tavolo una bottiglia di Blanc de Morgex con due calici di cristallo…
C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
La mia prima visita al Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova di Napoli ha generato in me un turbinio di emozioni sovrapposte: un luogo spirituale di estrema bellezza e nello stesso tempo di mistero e magia. Ho cercato di dare un nome a queste sensazioni e così è nato il protagonista del mio romanzo: Mirko Balsa. Un giovane emofobico, affetto da una malattia rara che lo costringe a una immensa solitudine impedendogli di vivere alla luce del sole. Per una sorta di legge di contrappasso, per una maledizione che crede gli derivi dalla sua discendenza, è costretto a vivere, suo malgrado, di trasfusioni di donatori sconosciuti.
Attraverso Mirko ho voluto evidenziare il grande valore delle donazioni di sangue, atti estremamente generosi che generano vita, ma anche della solitudine di chi è affetto da una malattia rara che non può contare neppure sulla condivisione del dolore con i «fratelli nel dolore». Mirko dovrà imparare ad accettare questa sua “rarità” che lo rende unico e speciale e a convivere con essa nel miglior modo possibile, affinché non vinca il dolore, l’oscurità, la morte, ma lei:” la vita”.
Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?
Casa Sanremo è un luogo magico. Poter partecipare è già un mio desiderio che esce fuori dal cassetto e si realizza. Poterlo vivere concretamente e incontrare persone meravigliose è già un dono. Sono sicura che tutto quello che accadrà sarà sicuramente fantastico!