Autore: Paolo Sanna
Opera: Un coniglio bianco in una tormenta di neve.
Ci presenti il suo libro.
È un thriller che definisco “onesto”, cioè che concede la reale possibilità al lettore di scoprire chi sia l’assassino. Gli indizi sono spesso nascosti in bella vista. Il lettore potrà rendersene conto da solo una volta terminato il libro. Infatti, andando a ritroso dal punto in cui tutto viene palesato, potrà trovare ciò che sarebbe servito a svelare il mistero.
Il concetto a cui mi sono ispirato è la capacità del nostro cervello di eliminare le informazioni che apparentemente non ci sono utili, mentre si concentra su quelle che riteniamo importanti. Il procedimento è corretto: riceviamo milioni di informazioni al secondo, sarebbe impossibile elaborarle tutte contemporaneamente. Così il cervello filtra le informazioni per non farci impazzire. Detto questo, durante la storia, porto a spasso il lettore sfidandolo a capire cosa stia succedendo sfruttando il meccanismo appena descritto.
Altra particolarità è che la narrazione avviene al tempo presente e spesso in prima persona da parte del protagonista. La storia non è particolarmente complessa: un immobiliarista arricchito e superficiale si innamora della persona sbagliata, la bellissima Alexis. Lei viene uccisa in modo cruento, e lui finisce in una spirale che rischierà di distruggergli la vita in un susseguirsi continuo di colpi di scena.
Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
Il viaggio in macchina l’ha stressato. Il pensiero che qualcuno che finora ha taciuto possa parlare, lo sta tormentando da giorni. Ora, entrare in questo luogo buio, con fastidiose luci pulsanti, con musica che si percepisce per tutto il corpo e sfonda i timpani, fa aumentare la sensazione di stress già molto alta.
La osserva dal banco del bar, dove tenta di mescolarsi alla folla di gente mezza nuda, sudata, ubriaca o fatta.
La musica hardcore pompa sul suo cuore. I bassi delle potenti casse nere lo penetrano come se fosse fatto di pezza. Sente ogni organo soffrire per quella situazione.
Lei sembra invasata, si dimena accanto a quel palo come se fosse percorsa da scariche elettriche, ogni tanto si appende a testa in giù facendosi scivolare tra le cosce il lucente e tornito metallo fino a raggiungere terra con la schiena. Poi torna a scatenarsi in modo depravato.
È una bellissima ragazza, con un corpo stupendo. Nonostante deplori la situazione e chi vive in questo modo, sente una certa eccitazione e un forte calore alle tempie.
Non può restare ancora per molto, non può aspettare che lei finisca la sua performance, è troppo infastidito e frastornato, non agirebbe con la precisione che desidera. Venire qua è stata una pessima idea, non è a proprio agio e non è lucido. Dovrà aspettare un’occasione migliore, senza luci
psichedeliche, senza musica a volumi proibitivi che ottundano i suoi sensi.
Forse potrebbe anche non fare nulla… ma come può essere certo che,
alla fine, non si creerà un grosso problema? No, non è possibile. Bisogna sempre pensare a tutto fin nei minimi dettagli. Purtroppo, a volte accadono degli incidenti e non si può compromettere la propria vita per uno stupido inconveniente.
È da fare e sarà fatto.
Mentre esce da quel fastidioso postribolo, urta una ragazza che cade a terra insultandolo. Lui vede il movimento delle labbra ma non può sentire nulla, tutto è soverchiato dal battere della musica, se musica si può chiamare.
Osserva la ragazza. Un ragazzo in canottiera la aiuta ad alzarsi. Lei gli mostra il dito medio. Lui per un attimo esita, vorrebbe tornare indietro e farglielo ingoiare, quel dito. Poi riflette: non è una priorità in questo momento.
Digrigna i denti, se i suoi occhi potessero uccidere la ragazza sarebbe già morta.
Si gira ed esce all’aperto.
C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Erano anni che la storia mi ronzava in testa ma non avevo mai avuto il tempo di dedicarmici. Ad un certo punto della mia vita l’universo ha deciso per me. Durante una lunga convalescenza da una fastidiosa patologia, passato il momento di maggiore gravità e dolore, una notte ho iniziato a scrivere e non ho più smesso.
Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?
Non so cosa aspettarmi. Ma sono molto felice di esserci. Sicuramente credo che la visibilità di questa iniziativa sia unica e la ritengo una grande opportunità. Sono arrivato a Casa Sanremo grazie a persone fantastiche che ringrazio di vero cuore. Una cosa di cui sono certo è che questa esperienza mi porta a uscire dalla mia zona di comfort, e mi costringe a mettermi in gioco. Mettersi in gioco significa anche crescere.