Autore: Svevo Ruggeri
Opera: “Il Palazzo delle Ombre”
Ci presenti il suo libro.
“Il Palazzo delle Ombre”, edito dalla Spirito Libero edizioni, è un mystery esoterico ambientato a Roma. La strutturazione del romanzo è incentrata su tre storie apparentemente slegate che man mano arriveranno a fondersi tra loro. La prima riguarda il personaggio principale, Norman Lanzaldi, un giovane uomo indolente che eredita dallo zio una grossa eredità suddivisa in una parte liquida e un intero palazzo in pieno centro storico, a due passi da Piazza Navona. Norman, accompagnato dalla sua amica Marie Claire con la quale ha una relazione non definita, inizia un percorso di esplorazione all’interno del palazzo. Nelle sette stanze padronali troverà delle lettere che lo zio gli ha lasciato, un’occasione per descrivere gli ambienti e al contempo per farsi conoscere dal nipote, visto che in vita non c’è stato modo di avere un vero e proprio rapporto. Il palazzo nasconde segreti, ed è a tutti gli effetti un palazzo esoterico e magico, che muta in base agli stati d’animo e di consapevolezza dei due esploratori.
La seconda storia ha come protagonista il capitano dei carabinieri Filippo Donati, chiamato ad indagare sulla morte di due persone, i cui cadaveri sono stati ritrovati lungo le rive del fiume Tevere, a distanza di tre giorni. Personaggio pragmatico, riconoscente all’Arma per avergli dato un ruolo nella vita, e con uno spiccato intuito, oltre ad un livello culturale elevato, è colui che ha il contatto con le brutture della vita, e ha l’assillo, da parte del Comando Generale, di risolvere il caso, perché la psicosi del serial killer sta creando clamore e preoccupazione nella città, grazie anche al lavoro dei media, senza scrupoli.
La terza storia ha come protagonista Marta Ranieri, una giovane studentessa di psicologia, amante della fotografia e della streetfotografy. Marta è il personaggio più giovane, e non ha ancora chiaro cosa farà della sua vita. Ma è turbata dalla presenza di un suo profondo ed incontrollabile sentire. Nell’arco del romanzo comprenderà di avere il dono della medianità, e inconsapevolmente sarà proprio lei il collante e l’elemento cardine della narrazione.
Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
A dire il vero sono legato a molti punti del romanzo, forse perché è un’opera prima, ma la gestazione è stata lunga e tortuosa, e non c’è un punto in cui io non abbia sentito profondamente la meraviglia di saperlo scrivere e tradurre emotivamente. Posso mettere due frasi, ma a titolo di esempio perché potrei metterne davvero molte altre:
“La morte sopraggiunge all’improvviso, e in quell’ultimo respiro corporale c’è il dramma di una vita spezzata che non vedrà più l’alba di un nuovo giorno. Ma non c’è niente… niente è in grado di arrestare l’Energia Vitale, che di fatto è l’anima.”
“Alcune religioni, se non tutte, hanno bisogno di simboli. È questo continuo desiderio di definire che limita l’uomo. Ma non può farne a meno: l’uomo dà corpo alle cose perché è provvisto di un corpo. È così che comprende le cose… è così che molte altre gli sfuggono.”
C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Un aneddoto vero e proprio non c’è. Ho semplicemente sentito l’esigenza di riprendere a scrivere dopo vent’anni. Volevo testarmi con una serie di racconti, ed invece è venuto fuori un romanzo di 420 pagine. Posso comunque affermare che nella condizione di scrittore io senta in perfetto equilibrio e assoluta consapevolezza di espressione: come scrittore ho la mia consacrazione interiore.
Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?
Un’esperienza coinvolgente con professionisti di assoluto rilievo. Qualcosa che mi stimoli a proseguire il mio cammino con “verve” sempre rinnovata nel tempo. Un aiuto a farmi conoscere da un pubblico più ampio, e che mi sia utile per affermarmi nel vasto, saturo e difficile mondo degli scrittori.