Autore: Alessandro Russo
Opera: Finché il sangue non ci separi (Leonida Edizioni, 2022)
Ci presenti il suo libro.
Presentare un libro di poesie, soprattutto il proprio, penso sia la cosa più complicata da fare.
A differenza del romanzo, dove il più delle volte c’è una trama a indirizzare lo sviluppo del discorso, nella poesia tutto ciò diventa più sfumato per la sua naturale attitudine a sondare l’abisso della parola, la sua radice che non si esaurisce e che offre sempre un rimando ad altro. Nella poesia, il punto di convergenza è orientato dal peso specifico della parola, dalla sua singolarità, che rompe gli schemi per mostrare nuove vie, nuovi modi di guardare le cose. In tale cornice, il mio libro “Finché il sangue non ci separi” si inquadra come la proposta di uno specifico sentire il mondo, rivolta a chiunque si lasci incuriosire e voglia farsi un giro in quel mondo, con la speranza che possa ritrovarvi e anche mettervi qualcosa di suo ad ogni lettura. I temi affrontati sono vari, come è giusto che sia: c’è il filone lirico-amoroso, quello teologico-filosofico, si parla di covid, di discriminazione in varie forme, di dolore, ma anche di gioia, bellezza e speranza. il libro di poesia è come un ventaglio che il poeta apre per soffiare tutto il respiro che ha dentro.
Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
La poesia è il linguaggio delle madri che si riverbera nell’animo del poeta, come in un caleidoscopio dove ogni figura che ne viene fuori si differenzia dalle altre per delle sfumature, che indicano le possibilità ma anche la distanza che sempre resta tra la parola e la cosa. Approfitto di questo riferimento per presentare una poesia dedicata a mia madre:
MIA SARTA, MADRE MIA
Sorridi ai pensieri
quando arrivano nudi,
ne misuri le forme
e decidi il vestito
che più gli si addice,
cucendo parole
che li possano dire
senza ingessarli,
senza costringerli
ad alzarsi in punta di piedi
per allungare
qualche bassa ragione
C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
In realtà ho sempre scritto qualcosa che in un modo o nell’altro indossasse il vestito della poesia. Potrei dire con una battuta che Poesia (è bello chiamarla per nome) mi ha rapito fin dal “mio arrivo”, magari approfittando di un attimo di distrazione dell’ostetrica. Ma a parte gli scherzi, ricordo ancora con piacere quando la maestra ci leggeva le poesie che avremmo poi dovuto imparare a memoria, e qualche anno dopo, alle medie, i primi abbozzi di versi, ispirandomi ai grandi del passato.
Oggi la vivo come una necessità che risponde a una funzione fisiologica del mio andare avanti, e questo libro (il mio secondo) è “il luogo di ritrovo” di tutte quelle impressioni ed emozioni che per motivi anche casuali, hanno trovato dimora tra le pagine di “Finché il sangue non ci separi”.
Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?
Quando si pensa a Sanremo, ovviamente la prima cosa che viene in mente è la musica: in quel settore rappresenta senz’altro l’evento che ha scandito e indirizzato la tradizione del nostro paese ormai da molti decenni. L’aprire ad altre forme espressive come la scrittura e la pittura, costituisce a mio modo di vedere una grande intuizione, perché va nella direzione di un concetto della creazione artistica senza barriere e distinzioni, dove si può realizzare l’auspicabile contaminazione fra tutte le “arti”.
Non vedo l’ora di entrare in questa “Casa comune” e offrire la mia piccola testimonianza creativa, con uno spirito di grande curiosità ed entusiasmo, consapevole del fatto che ne uscirò con qualcosa in più: quel “qualcosa” che è linfa per andare avanti e continuare a cercare.