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Sandra Vezzani – L’azzurro sopra

Autore: Sandra Vezzani

Titolo dell’opera: L’AZZURRO SOPRA

  • Ci presenti il libro, utilizzando solo tre aggettivi per descriverlo…

Musicale, visivo, introspettivo.

  • Da dove ha tratto l’ispirazione per la stesura di questo libro? C’è un aneddoto o una storia particolare che l’hanno spinta a scriverlo?

Giugno 2021, isola di Procida nell’attesa connessa al dopo lockdown dovuto alla pandemia: un viaggio Introspettivo dell’animo, dove il dolore e lo smarrimento dovuto all’emergenza è alleviato dall’osservazione delle bellezze naturali, dal mare, dai silenzi, dai profumi che mi rimandano alla certezza del tempo e dell’eterno. Sono poesie di “ fiducia”, diverse tra loro eppur capaci di convivere in un unico racconto che, al pari della realtà, non è un quadro monocromatico ma un insieme multiforme di colori differenti. In questa “ fioritura” di versi ci sono spigolosità complesse e contraddittorie, c’è la felice vita solitaria ma anche il pensiero della morte. Ci sono i racconti di vita quotidiana che mettono in risalto le contraddizioni di questo nostro tempo sociale, incapace di arrivare a soluzioni certe. “Mentre scendevo a mare lungo il viottolo lastricato abbracciato ai giardini delle piccole basse e colorate case che, al pari dei fiori dell’isola diffondono il loro profumo nell’aria, poco prima di arrivare a mare, sui gradini di una scaletta ho rivolto gli occhi al cielo: era di un azzurro terso, senza confini e lì, in quell’istante, ho sentito l’urgenza di scrivere, di “ far fiorire” questa raccolta di poesie.” Una preghiera silenziosa in un giardino in piena fioritura dove s’intravede , sopra, una striscia d’azzurro che altro non è che una striatura di colore, dove i semi sono stati piantati tanto tempo fa. Metafora dunque di un “giardino dei pensieri” in cui convivono il passato, il presente e il futuro, la cui eredità rappresenta per tutti un valore su cui occorre puntare attraverso la gentilezza, l’uguaglianza, la cura per tutte le forme e le diversità.

  • Perché i lettori dovrebbero leggere il suo libro?

Perché la poesia è una necessità. La poesia è la progenitrice di tutti gli altri generi: i poemi omerici, l’epica sono tutte forme spesso nate dall’oralità. La poesia ha su di noi l’effetto emotivo della musica, favorisce l’empatia, l’introspezione, la riflessione. Leggere poesie non influenza solo il cervello, ma anche il cuore. Aiuta la memoria: io ricordo che ai miei tempi le poesie si imparavano a memoria, esercizio mnemonico ormai desueto ai giorni nostri, eppur assai proficuo a registrare immagini indimenticabili nel cervello. Era emozione! Scrivere è un mestiere anche doloroso, richiede tempo, voglia di portare fuori i propri sentimenti senza paura di giudizio, e anche se un solo lettore si riconosce nelle nostre parole significa che possiamo essere di aiuto a tanti. L’unica cosa importante è sforzarsi di essere autentici, condizione prima per sviluppare empatia.

  • Quando si scrive, si ha in mente sempre di arrivare a un destinatario specifico. A chi desidererebbe che arrivasse questo libro? A una persona in particolare, o a una platea più ampia?

E’ un libro che vorrei arrivasse alle due persone che ho amato di più, mio padre che non ho più e mia figlia. Paradossalmente le due persone che, in modo diverso, mi hanno costretto a mettermi in discussione, il primo per crescere, la seconda per trovare la via per “ diventare anche “madre”. Poiché io penso che madri non si nasce ma si diventa, questo mio percorso, non ancora terminato, è stato ed è denso di difficoltà, di continui aggiustamenti. E sarò felice se, quando non potrò più esserle vicina, riuscirà a capire quanto l’ho amata. Capirà che il cervello ha sempre a che fare anche col corpo in una danza che non finisce mai, e che diventare madri significa anche indicare una strada. Mi piacerebbe arrivare alle donne per aiutarle a capire che nell’essere madre passa il fiotto vermiglio del nostro “viverci adulte” anche quando si sceglie di non farlo, di restare al di qua di quello sguardo che non ci lascia più intere. Spesso occorre morire dentro per imparare a essere “ più madri” per non sentirci escluse, indagando il femminile ipertrofico che è in noi, avvinghiate a quella figlia che ci “ scivola via”, dolce e confusa da una madre vissuta come meta irraggiungibile e inospitale. Infine il desiderio è che a leggerlo siano anche gli uomini, i padri, perché la poesia appartiene a tutti. Siamo poeti quando ci emozioniamo! Allora la poesia diventa un incantesimo e il poeta un mago, che arriva al cuore e lo rapisce!