Autore: Marco Liguori
Titolo dell’opera: Caterina Costa, la nave dei misteri (De Ferrari Editore)
- Ci presenti il libro, utilizzando solo tre aggettivi per descriverlo…
Rigoroso, avvincente, appassionante.
- Da dove ha tratto l’ispirazione per la stesura di questo libro? C’è un aneddoto o una storia particolare che l’hanno spinta a scriverlo?
Ho iniziato dai ricordi di famiglia che ho riportato nel prologo: il 28 marzo 1943 i miei nonni abitavano nelle vicinanze della darsena del porto di Napoli, dov’è esplosa la Caterina Costa che era stata caricata con le munizioni a prua e i carburanti a poppa, una decisione assolutamente folle e insensata. Furono fortunati, poiché ricevettero “soltanto” l’onda d’urto che distrusse vetri, infissi e balconi: se fossero piovuti sul tetto i rottami infuocati della nave lo avrebbero distrutto, appiccando anche il fuoco al sottotetto, e il palazzo sarebbe probabilmente crollato. Alcuni anni fa mia madre Bianca è tornata a raccontarmi questa storia: da questo racconto sono poi passato alla ricerca e all’esame dei documenti negli archivi. Ho svolto un lavoro di consultazione presso l’Archivio di stato di Napoli, l’Archivio centrale di Stato a Roma, l’Ufficio storico della Marina a Roma, l’archivio della Fondazione Ansaldo e quello della Famiglia Costa a Genova.
- Perché i lettori dovrebbero leggere il suo libro?
Per conoscere un episodio storico della Seconda Guerra Mondiale marginalizzato e passato sotto silenzio; poi, per appassionarsi alle vicende dei protagonisti che a volte hanno un sapore romanzesco, come quella dell’ammiraglio Lorenzo Gasparri che fu l’unico a cercare di organizzare concretamente i soccorsi, ma non fece in tempo poiché fu travolto dalla deflagrazione della nave. Inoltre il significato della vicenda va ben oltre la tragedia accaduta nel porto di Napoli nel 1943: ci sono state vittime e feriti di ogni parte d’Italia oltre ad avere un significato strategico-militare, poiché l’esplosione distrusse una parte cospicua delle installazioni portuali ritardando l’invio dei rifornimenti alle truppe italo-tedesche che combattevano in Tunisia contro gli Alleati.
Aggiungo che è un libro rigoroso per la ricerca storica, avvincente e appassionante come un giallo: ricerca che mi ha condotto anche a stilare un elenco, seppur parziale, dei nomi di 69 vittime e otto dispersi che finora sono state dimenticate. Le cifre di oltre 600 morti e 3mila feriti sono soltanto stimate: è un elemento che fa capire la portata della tragedia. È, infine, anche una riflessione sui lutti e le sciagure creati da tutte le guerre, non soltanto dell’ultimo conflitto mondiale.
- Quando si scrive, si ha in mente sempre di arrivare a un destinatario specifico. A chi desidererebbe che arrivasse questo libro? A una persona in particolare, o a una platea più ampia?
Si rivolge certamente a una platea ampia, non soltanto della città di Napoli, desiderosa di conoscere una vicenda della Seconda Guerra Mondiale a cui non è stato dato il giusto rilievo. Nel mio saggio storico ho fornito una descrizione dello scenario della guerra nei primi mesi del 1943, gli scioperi nelle fabbriche del Nord Italia, la vita a Napoli in quel periodo, oltre alla descrizione dei personaggi: tutto questo serve da introduzione al racconto principale dell’esplosione della Caterina Costa.