Autore: Antonietta Serino
Titolo dell’opera: Ritorno alla Vita. Il racconto
- Ci presenti il libro, utilizzando solo tre aggettivi per descriverlo…
Intimistico, commovente, rigenerante.
- Da dove ha tratto l’ispirazione per la stesura di questo libro? C’è un aneddoto o una storia particolare che l’hanno spinta a scriverlo?
Per la stesura di questo libro ho tratto l’ispirazione da una mia vicenda personale, che ha coinvolto, in maniera drammatica, me e la mia famiglia. Mio marito ha dovuto affrontare un grave problema di salute. Una situazione in cui tutto sembrava incerto e perduto. Ore infinite e drammatiche trascorse in ospedale. Ho sperimentato dolore e speranza nel mio cuore, ma anche nei tanti volti che ho incrociato nei corridoi della rianimazione. Ricordo, in particolare, un’infermiera che, in modo semplice e delicato, sistemava una coperta sulle spalle di mio marito sofferente. Era un gesto spontaneo, ma rivelatore di un senso di umanità profonda, di rispetto e di attenzione per la sofferenza. In quel gesto e in tante altre situazioni ho colto il valore della dedizione, della solidarietà, la forza dei legami che nei nostri momenti drammatici ci regalano i familiari, gli amici i professionisti della sanità. Questo libro vuole descrivere ed esaltare questi momenti di straordinaria umanità, la resilienza che nasce dalle difficoltà. Vuole essere sollecitazione e guida a trovare un significato e una speranza anche nelle situazioni più drammatiche.
- Perché i lettori dovrebbero leggere il suo libro?
Perché descrive una vicenda emotiva e profonda. Riesce a farci sperimentare la fragilità ma, al tempo stesso, la forza dell’animo umano. Si sofferma sull’amore, la resilienza, il potere dei legami nei momenti difficili. Il libro vuole invitarci alla speranza, anche il dolore può diventare un’opportunità di crescita e di trasformazione. Il libro vuole, ancora, rendere un omaggio alla sanità, attenzionare il lavoro silenzioso e delicato di chi si prende cura degli altri, proprio nelle situazioni di sofferenza e di dolore. Riflettendo su una mia esperienza personale, i lettori possono guardare la vita con occhi nuovi, trovare nuovi significati nelle avversità, cogliere il valore del sostegno delle persone care, della dedizione dei professionisti della sanità.
- Quando si scrive, si ha in mente sempre di arrivare a un destinatario specifico. A chi desidererebbe che arrivasse questo libro? A una persona in particolare, o a una platea più ampia?
Desidero che questo libro arrivi a chiunque stia sperimentando una vicenda di dolore, ma non ha smarrito la speranza di trovare forza in se stesso e nei legami umani. È stato pensato per coloro che, proprio nei momenti bui, riescono a dare risposte di senso, nuovi significati della vita, per chi vive o ha vissuto la malattia propria o di una persona cara, e per chi, quotidianamente, col suo lavoro contribuisce ad alleviare il dolore e la malattia altrui. Penso ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari.
Questo libro è anche per una platea più vasta, che voglia soffermarsi e riflettere, attraverso il racconto del dolore altrui, sui valori della resilienza e della sfida, dell’amore, dell’amicizia, del sostegno reciproco.