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Stefano Giuseppe Scarcella – Se la vita veste rumore

Autore: STEFANO GIUSEPPE SCARCELLA

Titolo dell’opera: SE LA VITA VESTE RUMORE

  • Ci presenti il libro, utilizzando solo tre aggettivi per descriverlo…

Indossabile, perché può trasformarsi in un bene (anche immateriale) che può essere portato, adottato, interiorizzato;

Coinvolgente, perché tocca alcuni tasti, profondi e interiori, che possono essere digitati e suonati da tutti;

Sperimentale, perché lo ritengo un laboratorio dove ognuno può infilarci le sue mani, può far entrare la sua anima da ogni fessura possibile.

  • Da dove ha tratto l’ispirazione per la stesura di questo libro? C’è un aneddoto o una storia particolare che l’hanno spinta a scriverlo?

Senz’altro dal pozzo della mia interiorità, partendo proprio da una necessità di analisi introspettiva. La Poesia è un potente mezzo comunicativo che aiuta a denudarsi di ogni sovrastruttura, e questo progetto tende a far riflettere su sé stessi, a guardare dentro la propria “scatola”, a meditare sulla vita e le proprie scelte, sui rumori di fondo, di mezzi pesanti, o sui sussurri.

Avevo bisogno di ritornare ad occuparmi del silenzio, di questa contemporaneità rumorosa, e tutto ciò si era fermato ad una mia pubblicazione precedente e lontana, edita nel 2017 intitolata “Nel Sacramento del Silenzio”.

Se ogni tanto non mi fermo a creare silenzio e universo intorno a me e dentro di me, rischio di fare incidente e di rimanerci vittima. Credo sia un bisogno proprio dell’uomo, motivo per cui mi sono sforzato di condividere un tema ch’è caro a tutti, da sempre. Celeste e spirituale.

  • Perché i lettori dovrebbero leggere il suo libro?

Perché sono pagine e versi fluidi e svelti, ricchi d’immagini pronte all’uso, senza bisogno di agitare. Non è un libraccio di tremila pagine, ma questo piccolo spazio mi è bastato per occuparmi di “fuliggini e amabilità”, del tormento dello scrittore, dei ricordi che tornano come “ricami celesti”, di cose grandi come montagne e di cose sensoriali come il profumo di limone; e ancora di perdoni e tramonti, di stelle e “punte di vetro nel cuore”, di disordini interiori e terremoti esteriori, di solitudini e uomini scartati da una società ad alto tasso selettivo, di universo e “piccolitudine”, di abbandoni e cambi di stagione che non fanno mai male a nessuno. È un volumetto indirizzato a chi ha voglia di fare, insieme a me, una piccola ed umile “esperienza d’amore col silenzio più prezioso e sovrumano”.

  • Quando si scrive, si ha in mente sempre di arrivare a un destinatario specifico. A chi desidererebbe che arrivasse questo libro? A una persona in particolare, o a una platea più ampia?

Ho sempre scritto prima di tutto per me stesso, come terapia per guarire da certi mali che ardono dentro o come celebrazione solenne dell’intensità dei giorni. La vita superficiale, tanto per passare le ore, non mi appartiene e la detesto.

Tuttavia, la legge dei grandi numeri non mi è mai piaciuta. Non posso essere mai di tutti, né dei troppi. Questo libro vorrei che arrivasse a chi mi somiglia: sono ufficialmente alla ricerca di pari, di sognatori e ricercatori d’infinito come me, di chi si sente un diamante che combatte il suo essere grezzo.

Cerco lettori imperfetti come me, cerco chi sa che rotolarsi nel fango è una qualità da curriculum e non un punto di svantaggio, chi è convinto che possiamo leggerci nel cuore e allinearci sullo stesso orizzonte per fissarci dritti e a lungo.