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Mariella Marchetti – Alessandrina, bella e indomita eroina tragica del Cilento

Autore: Mariella Marchetti

Titolo dell’opera: “Alessandrina, bella e indomita eroina tragica del Cilento”

  • Ci presenti il libro, utilizzando solo tre aggettivi per descriverlo…

Storico, femminile, attuale.

  • Da dove ha tratto l’ispirazione per la stesura di questo libro? C’è un aneddoto o una storia particolare che l’hanno spinta a scriverlo?

Il libro è tratto da una storia vera, accaduta durante i Moti rivoluzionari del 1828.

L’ispirazione è nata dopo aver appreso questa vicenda incredibile leggendo dei documenti d’archivio e degli atti di processi. Ne è uscito fuori un monologo in cui a parlare è Alessandrina Tambasco, nata a Montano Antilia, un piccolo comune montuoso del Cilento.

Benestante e proprietaria terriera, aiuta un piccolo esercito di rivoltosi che si muove contro il regime borbonico che affama il popolo. Per i giovani rivoltosi, Alessandrina cuce delle coccarde bianche affinché abbiano un simbolo identificativo e prepara per loro del cibo. Ciò scatena l’ira del re Francesco I di Borbone, il quale ordina a Francesco Saverio Del Carretto di organizzare una dura repressione in Cilento.

Alessandrina viene condannata a 10 anni di duro carcere a Ponza, la sua casa viene saccheggiata, il marito viene imprigionato e morirà in carcere. Anche la madre e le sorelle vengono incarcerate, mentre al fratello Vito, processato sommariamente, verrà mozzata la testa: resterà esposta, assieme a quelle di altri rivoltosi su colonne, a monito, fino all’arrivo di Garibaldi. Tutto ciò non basta: la stampa borbonica fa cadere su Alessandrina lo stigma di donna dai facili costumi.

  • Perché i lettori dovrebbero leggere il suo libro?

La speranza è che nella protagonista del libro si possano riconoscere tutti, le donne e gli uomini che combattono ogni giorno la battaglia della libertà e dei diritti umani, oggi troppo spesso calpestati e messi in discussione; infine spero che la nobile figura di Alessandrina possa essere facilmente identificata, diventando simbolo di coraggio.

  • Quando si scrive, si ha in mente sempre di arrivare a un destinatario specifico. A chi desidererebbe che arrivasse questo libro? A una persona in particolare, o a una platea più ampia?

Mi piacerebbe – e questo è il motivo che mi ha spinto a scrivere il monologo – che il messaggio contenuto in questa storia possa arrivare ai giovani, e che sia veicolato un’idea ben precisa: quanto è ancora estremamente bello lottare per la dignità di ogni uomo, per quei diritti indifferibili a cui ogni essere umano naturalmente aspira e ha diritto, la libertà, innanzitutto, declinata nelle sue dolcissime sfumature.