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Fofò Ferriere: “Per gli ospiti di Casa Sanremo ci sarà un’accoglienza tutta speciale”

Da anni al fianco di Gruppo Eventi, a capo della Divisione Food del Gruppo, Dispensa Italiana, non poteva essere che lui, Fofò Ferriere, anche per quest’edizione, il perfetto padrone di Casa, deputato all’accoglienza degli ospiti più illustri che, nei giorni del Festival, passeranno dall’esclusivo Roof di Casa Sanremo. Conosciuto anche come “Ristorattore”, gestore di locali di successo, tra cui il Tallioo di San Giorgio a Cremano, Fofò è reduce da un anno di successi, che l’hanno portato in giro per l’Italia, e non solo, a parlare della sua filosofia di cucina e del suo concetto di ospitalità. In quest’intervista ci racconta tutto questo e tanto altro:

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[su_spoiler title=”L’intervista a Fofò Ferriere” style=”fancy” open=”yes”]

[su_row][su_column size=”1/3″]fofo2018_
[/su_column] [su_column size=”2/3″]– Da anni, ormai, ti circondi di contadini, allevatori, professori, ricercatori universitari, per scegliere solo il meglio dei prodotti e contribuire alla diffusione del buon cibo: ce ne parli?

Veder riconosciuto l’impegno che metto nel mio lavoro mi sprona ad andare sempre più avanti con la mia filosofia: quella della ricerca dei prodotti “umili”, che non significano poveri, bensì ricchi di grande cultura, tradizione e sacrificio di tutti quei professionisti che lavorano per garantire la qualità di questi cibi. La biodiversità e la qualità, oltre alla profonda conoscenza degli alimenti, sono il tris vincente per una cucina capace di fare bene al corpo e al cuore.

– Ti definisci ecogastronomo o anche “cuoco contadino”: cosa pensi, invece, degli chef che escono dai vari talent e, in generale, della massiccia attenzione alla cucina che oggi imperversa in TV e non solo?

Adesso un po’ tutti si stanno approcciando alla cucina e, grazie ai media, e a trasmissioni come Masterchef, per citarne una, si cerca un certo avvicinamento al buon cibo. Questa è sicuramente una cosa positiva, ma bisogna stare attenti che non diventi solo una moda, perché il cibo, in un certo senso, è un concetto che rappresenta anche la società in cui viviamo.

– Nel tuo lavoro, nei vari eventi che segui con Dispensa Italiana e non solo, ci tieni sempre a sottolineare la grande ricchezza enogastronomica che ogni posto d’Italia possiede…

Sì, certo. È importantissimo raccontare le identità dei singoli territori italiani attraverso il cibo: il nostro è un Paese unito ma ogni regione, ogni singolo comune, ogni quartiere quasi, ha le sue particolarità radicate, i suoi prodotti tradizionali. Sono anni che ormai facciamo questo mestiere e ancora non abbiamo finito di raccontare l’immensa biodiversità che caratterizza i territori italiani, i diversi colori, sapori e saperi ovviamente.

– Questo che si è appena concluso è stato un anno speciale per te, ricco di stimoli e nuove attività, ce ne parli?

Oltre a fare cultura ecogastronomica, ho avuto la preziosa occasione di fare anche cultura antropologica, intervenendo a vari congressi in qualità di gastronomo per quanto riguarda la parte storica, antropologica dei vari ingredienti. Sono stato invitato a queste manifestazioni per parlare di cibo con un linguaggio semplice, vicino alla gente, in grado di far cogliere subito la dimensione autentica dell’argomento affrontato.

– Per quanto riguarda invece gli ospiti di Casa Sanremo, invece, che cosa stai preparando?

Come sempre, riceverò gli ospiti in prima persona, da buon padrone di casa. Ci tengo moltissimo che chi viene a trovarci trovi una calda accoglienza e una piacevole convivialità, perché come dico sempre “è a tavola che c’è la vera democrazia”. Gli artisti, i giornalisti, gli addetti ai lavori che verranno a trovarci nel nostro Roof saranno coccolati in ogni aspetto: organizzeremo in ogni dettaglio il servizio, che non sarà mai servilismo, perché, alla base, vi sarà sempre un grande spessore culturale nel racconto dei prodotti. Io farò il “cantastorie del cibo” in grado di offrire non solo emozioni gustative ma anche del racconto semplice e appassionante, che arrivi subito al cuore di chi ascolta, e possa essere serbato come un piacevole ricordo del passaggio a Casa Sanremo.

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