Una collaborazione con Gruppo Eventi che dura da anni quella di Angelo Contaldo, ormai tra i veterani di Casa Sanremo. Personaggio che si adatta ad ogni forma di conduzione, in quest’intervista, il responsabile palco eventi della Casa si racconta la sua storia professionale che parte da lontano:
[su_accordion]
[su_spoiler title=”L’intervista ad Angelo Contaldo” style=”fancy” open=”yes”]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]– Da quanto tempo fai questo mestiere?
Ho iniziato con un gioco, ho scoperto di avere l’attitudine alla conduzione grazie alla partecipazione ad un programma TV in prime time condotto da Fiorello sulle fine degli anni ’90, “Superboll”.
Lì i concorrenti si sfidavano in diverse prove tipo canto, cultura generale ecc., superato il provino andai in onda nel programma e diventai subito campione, così in qualche passaggio, “duettando” con Fiorello ricordo che lui disse: “ma questo Angelo Contaldo quasi quasi è portato per fare il conduttore”. Fu proprio lui a darmi questo input e il programma, che mi vide campione per diverse sere, mi diede un po’ di notorietà nella mia regione, la Basilicata.
– Come sei arrivato a Casa Sanremo?
La mia conoscenza personale e professionale col Patron Vincenzo Russolillo risale a oltre 10 anni prima di iniziare l’avventura di Casa Sanremo, ai tempi di Miss Italia dove, inizialmente, prima di diventarne produttore, Vincenzo era agente regionale.
Una sera lo incontrai durante le selezioni a Ferrandina, dove mi trovavo a collaborare con l’organizzazione: Vincenzo che mi chiese se volessi dargli una mano nelle tappe regionali del concorso per l’anno successivo e così mi trovai a lavorare in Basilicata come conduttore regionale di Miss Italia e poi, man mano, sono stato coinvolto in altri progetti di Gruppo Eventi.
– Quindi tu hai visto l’evoluzione di Casa Sanremo…
Sì perché questa nasce sulla scorta di un’altra iniziativa, la cantina di Miss Italia, sempre ideata da Vincenzo Russolillo e Mauro Marino, legata al concorso di bellezza nazionale che si svolgeva a Salsomaggiore. Com’è noto, visto il successo, i due decisero di importare questo format anche al Festival di Sanremo. Ho visto, anno dopo anno, la Casa arricchirsi sempre di uno spazio nuovo, tanto che nel corso del tempo più che una casa è diventata un grande appartamento, un villaggio, quasi una cittadina.
– Come ti stai preparando per il tuo incarico?
Venendo dalla vecchia scuola, quella della conduzione di piazza, mi adatto bene ad ogni forma di conduzione, sono il cosiddetto conduttore “di giacca” come veniva chiamato negli anni ‘70/’80: laddove c’è da valorizzare, da mettere in mostra gli ospiti, gli artisti, io lo faccio. Questo è il nostro mestiere: riconoscere i pregi e dare la giusta importanza.
Volendo fare una metafora, il conduttore è come un’alzata su una tavola imbandita: immaginate dei frutti messi su di un tavolo a caso, pur essendo sempre buoni non hanno lo stesso “aspetto” di quando vengono messi su un’alzata, così noi conduttori mettiamo in luce chi ci troviamo di fronte.
– Cosa ti piace di più di Casa Sanremo?
L’opportunità, il carpe diem a 360° sia per quanto riguarda le aziende che hanno bisogno di farsi conoscere, ma anche per gli artisti, i giovani che vengono lì e possono far vedere agli addetti ai lavori di cosa sono capaci. È una grande vetrina, una grande opportunità per tutti.
[/su_column] [/su_row]
[/su_spoiler]
[/su_accordion]