1. Ci presenti il suo libro.
1. Fin da quando la stavo scrivendo, ho sempre immaginato questa raccolta di racconti come una metaforica scala, e ogni racconto ne rappresenta un gradino. Una scala che parte da un terreno arido, insidioso, claustrofobico, per arrivare ad un cielo luminoso e infinito. Fuori dal buio racconta di un viaggio in ascesa, toccando temi introspettivi e sociali, in un universo fatto di natura, civiltà e occulto. Ogni racconto al suo interno, fino all’epilogo, narra vicende di personaggi differenti, apparentemente slegati tra loro; è solamente nell’epilogo che si svela al lettore cosa li accomuna tutti.
Si parla della morte e della sua accettazione, che è un processo che comincia con la nostra nascita e che si conclude al termine della nostra vita. Accettare la morte è un processo che sembra non aver mai fine. Che ci si affidi alla religione, alla scienza, che si creda in un paradiso o che si pensi che dopo la morte non ci sia altro, è, comunque, accettando la morte che ci si prepara a godere pienamente della vita che abbiamo, e si impara a rispettare la vita che abbiamo intorno. Non dovremmo mai buttare ciò che di più prezioso possediamo: il tempo.
2. Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.
2. La sveglia trilla sul comodino e i sogni si disintegrano. Lo schermo del cellulare, venato dalla rabbia di un gesto inconsulto, lampeggia irrequieto. Lo assecondo e mi desto. La luce fredda del mattino si colora del tepore che filtra dai tendaggi color avorio della camera. Quel posto non lo conosco ma non mi lascio pervadere dall’ansia. Di consueto mi sveglio in letti che non mi appartengono. Che non appartengono a nessuno se non alla sterilità di un hotel.
Mi alzo, la sottile sottoveste che indosso fruscia a contatto con le coperte come eco di un lamento. Mi risuona dentro e fa un verso assordante rimbalzando sulle pareti dell’ampolla di vuoto che ramifica nel mio petto.
Mi chiamo Eleanor, mi ripeto come una cantilena altisonante. Sento gocce cadere nel vuoto, il lavandino del bagno perde.
Mi chiamo Eleanor, mi ripeto sperando possa servire a ritrovarmi. Mi guardo a uno specchio logorato dal tempo, ingiallito da occhi voraci di vanità.
Mi chiamo Eleanor, mi ripeto nel tentativo di crederci. Il mio riflesso si prende gioco di me e si capovolge.
Chi è Eleanor?
3. C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
3. In un periodo piuttosto difficile della mia vita, mi sono ritrovata a riflettere su questioni sociali per me particolarmente rilevanti e su come investiamo il nostro tempo. La raccolta di racconti è nata per dar voce a quei pensieri e per aiutare, me stessa in primo luogo, a trovare il modo per vivere la propria vita secondo le proprie esigenze e secondo dei principi etici che spesso vengono dimenticati.
4. Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?
4. Mi aspetto un’esperienza formativa che possa portarmi ad entrare pienamente nel mondo letterario che tanto amo.