Autore: FEDERICO BERTESI
Titolo dell’opera: EXTREMA RATIO
- Ci presenti il libro, utilizzando solo tre aggettivi per descriverlo…
Assurdo, viscerale, speranzoso.
- Da dove ha tratto l’ispirazione per la stesura di questo libro? C’è un aneddoto o una storia particolare che l’hanno spinta a scriverlo?
Ogni libro necessita di un percorso di qualche anno. E questo è figlio degli ultimi anni, con tutti i relativi problemi che ci sono stati. Durante il periodo della pandemia il primo rapporto che avevo messo in discussione era quello tra me e la scrittura. Nonostante avessi a disposizione molto tempo, non riuscivo a scrivere. All’inizio avevo iniziato a scrivere dei racconti, poi iniziai a scrivere un saggio sulla filmografia della regista Liliana Cavani, ma più che un saggio stava diventando un romanzo un po’ assurdo, quindi mi sono fermato. Iniziai a scrivere anche un film, in parte autobiografico, forse anche troppo, e mi sembrava poco interessante, poco consistente e quindi ovviamente ho lasciato perdere. Però la scrittura non la volevo lasciar perdere. E sono tornato a scrivere poesie dopo la mia prima raccolta, De Gin Tonic Eloquentia. La poesia mi fa stare bene. È un atto liberatorio. Come dico sempre, riesce a riassumere quel caos che c’è nella mia mente. La poesia è stato il mio estremo rimedio, l’ultima soluzione di questo periodo, l’extrema ratio appunto.
- Perché i lettori dovrebbero leggere il suo libro?
Per lo stile nel quale è scritto, che tenta di uscire dagli schemi in modo sfacciato e rabbiosamente libero.
- Quando si scrive, si ha in mente sempre di arrivare a un destinatario specifico. A chi desidererebbe che arrivasse questo libro? A una persona in particolare, o a una platea più ampia?
Visto che questo salotto letterario è correlato al Festival di Sanremo, non nascondo che, come desiderabile destinataria specifica di Extrema Ratio, se ci fosse una delle cantanti in gara, non mi dispiacerebbe; anzi, magari potrebbe decidere di trasformare queste poesie nei versi di una sua canzone. Ma battute a parte e restando con i piedi per terra, ovviamente l’ambizione di chi scrive è di raggiungere una platea ampia, arrivando a suggerire ai lettori che non sono da soli. Le emozioni o le situazioni che ho raccontato in questa raccolta ci accomunano tutti, in particolar modo chi, come me, vive in provincia e saltuariamente esce dalla propria casella alla necessaria ricerca di ciò che vi è al di là del proprio argine.